giovedì 20 marzo 2014

OUTSIDE THE BOX / B-MUSIC : intervista

Riascoltavo recentemente un brano degli Uochi Toki: La recensione di questo disco. (Idioti, La Tempesta Dischi, 2013). Vi cito qualcosa e ne riparliamo a breve: “Esistono quattro tipi di recensioni di questo disco:  La prima- lo slancio di entusiasmo sensazionalista […] La seconda- Il gomitolo di aspettative e di insoddisfazione; […] La terza- La promozione meccanica; […] La quarta- Il concorso di poesia sottoforma di recensione. 
Quando ho ascoltato B-MUSIC (EP) e ho scelto di parlarne - senza che, badate, nessuno mi obbligasse a farlo - m’è sembrato tutto facile: conoscevo le due teste che hanno pensato, concretizzato e prodotto il progetto, mi piaceva in maniera sconvolgente il suono, avevo il disco accanto e potevo in qualche modo toccar con mano l’argomento. Quello che  m’ha un po’ frenata è stata la paura di cadere, per tutti i motivi di cui sopra, in una banale descrizione degli ascolti con la retorica di chi, nell’ingenuo conflitto d’interesse, tenta di dar valore a qualcosa che oggettivamente vale, per l’appunto.
Vi basti sapere questo, allora; tutto il resto è ascolto, soprattutto inconsapevole:
- il disco si intitola B-MUSIC;
- Outside The Box è anche un disco di Skream, ma soprattutto sono Think’d e paCMan;
- è un EP di cinque tracce:
1) SERIE-B / prod. Whitey
2) CASH RULES EVERYTHING AROUND YOU / prod.
Impatto
3) I.D. / prod. 
Tenko
4) APOLOGIA DEL DELIRIO – Atto III / prod. M.o.a.n
5) PROVINCIA VIOLENTA / prod. Toshiro;
- Roma non è stata costruita in un giorno, e qui in meno di cento, PaCMan e Think’d , suggellato l’asse Bitonto – Milano, hanno registrato un’arma di distruzione di cassa;
- un sacco di citazioni vi faranno ricordare di aver visto parecchi film;
Jack Torrence is in da house;
- La provincia è violenta, ma l’obiettivo non è certo reprimere;
- Fare rap non è obbligatorio ma se ci riesci e ci credi, devi spigne’ e dovete ascoltarlo, per Zeus; svincolatevi dalle convinzioni, dalle pose e dalle posizioni chè c’è un mondo fuori (dalla scatola);
- Nessun artista di alto livello è stato maltrattato per la stesura di suddetto lavoro (cit.);
-‘sta volta le Poste Italiane c’entrano, ma non riceveranno bestemmie;
- Andare ai live non è reato;
0x6 non è solo un’operazione matematica e significa tutto e niente ( Fibonacci docet) ;
- Il resto lo capirete (forse) leggendo l’intervista:

I: Fate musica, questo è chiaro, soprattutto se son qui a tentare di porvi un paio di domandine.
Empatica corrispondenza tra parole, rabbia, emotività, rivendicazione, giustizia, significante e significato e base, suono, ritmo, scratch, beat. Tutto questo preso, impacchettato, registrato e portato fuori dalla scatola.
E la scatola è la retorica, la saccenza, la presunzione, lo stereotipo, la banalità, l’abitudine, la passiva partecipazione alla vita, la realtà, la situazione-standard.
Bene, fuori cosa vedete? Com’è il panorama da lì?
   

Think’d:
Fuori fa freddo. Il freddo ci piace.
Il freddo non t’annebbia la vista nello scrutare il panorama nei dettagli.
Ecco perché a tutti piace caldo, perché è bello. E facile. Tutti al mare col sapore di sale, con la lista della spesa che ri-cito senza pagartene i diritti: “la retorica, la saccenza, la presunzione, lo stereotipo, la banalità, l’abitudine, la passiva partecipazione alla vita, la realtà, la situazione-standard”.
Il mare però è in pianura. Io voglio salire sempre più su, e non per essere primo, no-no.

paCMan:
Il panorama fuori dalla scatola, per quello che il mio sguardo riesce a percepire, è abbastanza indefinito: di certo non siamo noi quelli che salveranno la musica ma al contempo vedo davvero pochi prodotti capaci di fare la differenza in un ambiente quanto mai saturo. Pochi non cadono nel lugubre equivoco "qualità VS esposizione".
Vedo tanti artisti capaci ma con nessun mezzo per farsi ascoltare e molti altri artisti incapaci avere i mezzi per farsi ascoltare. Il problema è che i secondi (spesso) non hanno niente da dire e non possono far altro che cavalcare l'onda mediatica che questo preciso momento storico gli mette a disposizione: la metafora di "Highlander" è quanto mai opportuna, "ne rimarrà solo uno”:  il resto sono meteore.

I: I vostri ascolti sono affluenti di uno stesso fiume in piena che è la musica. Non starò qui a far l’elenco dei generi chè il libero arbitrio sta proprio nella possibilità e volontà di scelta e soprattutto le classificazioni hanno reso questo mondo un grande pre-giudizio; ma, visto che è dai pre-giudizi che si parte affinchè con la curiosità si possano smentire, cosa vorreste si pensasse del vostro lavoro? Cosa invece vi farebbe incazzare perché completamente fuori dal “messaggio” che, volete, si percepisca?

paCMan:
Io vorrei semplicemente che l'ascoltatore si approcciasse al nostro lavoro con una predisposizione open-minded. Credo che per ascoltare le cinque tracce che compongono "B-Music" bisogna essere ben a conoscenza di quello che è il nostro background musicale, quello di due persone che vivono l'hip hop (e PER FORTUNA non solo) da prima che lo stesso fosse sulla bocca di tutti: chi schiaccia play non deve pensare di trovarsi ad ascoltare l'ennesimo duo che scimmiotta i vari Club Dogo, Marracash, Salmo. I nostri riferimenti sono tutti fuorchè i clichè del momento, veniamo dalle mani sporche e dalle corse alle 3 di notte, non abbiamo testi che parlano di quanto cash alziamo.
Siamo coerenti a quello che la vita c'ha messo davanti, e di questo parliamo.

Think’d:
Brutta bestia i pregiudizi. Li conosco bene, ci son uscito parecchie volte assieme. Ma ho altri amici per fortuna.
Sul nostro lavoro vorrei si pensasse, innanzi tutto. E il che sfortunatamente di ‘sti tempi non è scontato, altrimenti avremmo già finito le copie del cd. Una volta fatto ciò, lo step successivo diventa prettamente soggettivo, quindi le strade sono molteplici. Personalmente (essendo un soggetto, non un oggetto) di B-Music vorrei si pensasse male, perché pensare male fa bene, e farsi del bene non sempre è un bene. Fondamentalmente potrei scrivere tante cazzate per tentare di incrementare l’interesse verso il lavoro, e quindi l’acquisto dell’EP,nel descrivere cosa si dovrebbe pensare di un mio lavoro. Tipo, cazzata 1: che scrivo per scelta (e naturalezza soprattutto) in un determinato modo, usando determinate parole e determinati beat, che son consapevole non siano il futuro e niente di originale, ma fondamentalmente come argomentazioni, concept, stili a confronto, ricerca e passione B-Music si differenzia da molte uscite anche a livello nazionale, senza pretendere chissà che (per ora). Quindi comincia col pensare questo, lettore. Cazzata 2: pensa anche che siamo usciti (ancora) sotto nessuna etichetta, in meno di un mese effettivo di lavoro DIY, precisando infine che non abbiam pagato nessun beat, nessun video, nessuna pubblicazione, nessuna recensione, (e non abbiamo featuring) perché i dindini che NON c’ha dato il babbo li abbiam spesi per stampare na cinquantina di copie e per mettere in vendita online pure in Burundi e in Turkmenistan l’EP, difatti puntiamo molto di più all’estero.
Mi son dilungato troppo, rispondo all’altra domanda: in realtà ognuno è libero di esprimere la propria opinione riguardo al nostro lavoro, ripeto, per me è già tanto che lo si faccia, perché non lo ritengo automatico.
Ammetto però che mi farebbe girare i 3/4 se si pensasse che a carnevale non mi vesta da rappuso.

I: <Il miglior dissing è l’indifferenza.> Ok. Bene. Concordo, nonostante sarebbe fantastica una replica del 2TheDiss tenutosi a Molfetta-Tesla-Openin @ Lord Madness. (mi dispiace per chi non c’era, insomma). Capisco che vogliate lasciare ad Inoki l’arduo compito di “replicante da/di dissing”. Ma se non c’è risposta a chi e a ciò che - riteniamo non s’interessi o abbia frainteso, abbia sbagliato o non abbia “gradito”, come può esserci cambiamento?
Mi spiego: noto una dicotomia tra l’umiltà enorme che l’EP racchiude, soprattutto nel far capire che non c’è nessuna scalata sociale, nessun business e nessun conflitto d’interesse che regga contro la voglia di fare qualcosa di genuino, e una rabbia che suppongo, pretenda una sorta di reazione da parte dell’ascoltatore.
Quindi non è già un dissing l’EP stesso, (seppur nell’accezione positivo-rivoluzionaria) a tutto ciò che non va? E cosa non va?

Think’d:
(Attenzione: risposta seria, leggere con precauzione.)
Dipende da cosa s’intenda per dissing. E dipende da come s’intenda la frase citata a inizio domanda, perché nel contesto del flusso del brano assume un significato più legato all’argomento trattato. Però è anche giusto analizzarla come frase a se: dunque.. in effetti, presa in questa maniera, è sicuramente un dissing, se così lo vogliam intendere, a tutti quelli che ascoltando i brani si sentono chiamati in causa, con la coscienza che fa toc toc, o semplicemente che all’improvviso riappare per magia. È uno stimolo, si incita l’ascoltatore a recepire qualcosa, non è un ascolto passivo, come magari altro rap anche meglio del nostro propone (si ma cosa vuol dire meglio poi?).
Del ‘cosa non va’ non lo so, che cazzo di domanda è, non ho nè l’aiuto da casa né tanto meno Dio che scende a trovarmi, chiedetelo a Renzi e a Grillo cosa non va.
Chiedetelo a voi stessi, la risposta forse è che sei proprio tu che non vai.
Per info e querele: fscrew@libero.it o https://www.facebook.com/ilThinkd

paCMan:
Il nostro concetto di dissing vuole sottolineare come, in questo caso, dedicare rime su rime ad un antagonista X possa risultare totalmente controproducente: potremmo scrivere una intera discografia a "dissare" gente che non ci sta a genio (qualora ce ne fosse), ma a cosa arriveremmo ?
Preferiamo parlare di problemi e storie che ci hanno segnato, e se nelle stesse c'è un riferimento particolare a qualcuno allora ok, resta uno sfogo momentaneo, ma stare lì a cercare di mandare frecciatine continuamente non ci piace. A chi non vuole stare ad ascoltare, o fa solo finta di farlo, gli lasciamo la nostra indifferenza che può colpire più forte di qualsiasi punchline da battaglia.
Quindi più che un EP "diss" mi piace pensare a "B-Music" come un EP che lascia interrogativi sui quali porti qualche domanda dopo averlo ascoltato.

 I: Volete che si verifichi l’effetto Forer?
 
paCMan:
Tu credi ? (Effetto Forer, appunto)
 
Think’d:
Sarebbe bello rispondere allegando uno screenshot di una ricerca su Google di sto effetto Forer, perché non ho idea di cosa sia, quindi un attimo di pazienza, torno subito. (ten minutes after..) Ma ciao! E quindi il nostro amico Bertram ha fatto la genialata. Ma la mia risposta è: no, nel mio eventuale ascoltatore voglio si verifichi l’effetto farfalla.

I:  Recentemente su Rockambula, un articolo pubblicato senza troppa presunzione ha tentato di chiarire cosa c’è alla base della scelta tra i tre supporti audio più ricercati attualmente: mp3/Cd/Vinile. Per voi è una questione di qualità o una formalità?

paCMan:
Per me è una questione di feticismo, mi spiego.
Il mio amore per la musica nasce dai Tape dei miei cugini, dai dischi di mio fratello, quando li spulciavo per filo e per segno, rigorosamente di nascosto. Per me ascoltare un disco significa prenderlo dalla mia collezione, metterlo nel lettore, e partire per un viaggio, e in questo passaggio il freddo supporto mp3 non è contemplato perché ho un rapporto fin troppo viscerale con la musica e non riesco a concepire l'acquisto di una qualsiasi forma d'arte non correlata da un involucro.
Devo avere un booklet, devo leggermi i testi, devo assolutamente avere qualcosa da poter toccare con mano.
Facendo altro a parte sta brutta questione del rap (grazie a Dio) ho imparato l'importanza che quel pezzo di plastica può assumere: unisce gente che sta da due parti del mondo diverse, ti fa crescere, crea connessioni.
Il mio monito è scambiate, comprate, regalate i dischi, così avrete qualcosa da lasciare ai vostri figli, come ha detto qualcuno prima di me.
 
Think’d:
A guardarle bene tutt’e tre, a me piace la prima di Gioconda. Più definita, più vera, con più difetti, ma preferirò sempre mia nonna e mia madre alla mia fidanzata, perché si cucina meglio coi 78 giri e coi 33.
È una formalità ormai la qualità. Mi è stato insegnato che cd, dvd, blu-ray, flac, wav, ogg (sottovalutatissimo) sono meglio qualitativamente di un disco in vinile soprattutto se stampato nei decenni precedenti, ma sticazzi se sei pigro a sollevare la puntina e girare l’ambaradan. Se la musica che ascolti è ciò che sei, il supporto con cui lo fai è lo stesso, quindi le centinaia di vinili in cui nuoto disegnano la mia stessa persona più o meno.
Per farvi capire, è come se Nuncha fosse un mp3, paCMan un cd, e DJ Argento un vinile, giusto per rimanere tra noi evitando scompigli sociali. E Think’d un 7 pollici raschiato senza custodia con dentro il codice per il download digitale, se compri il 45 giri ovviamente.
Almeno ti si fa toccare cosa cazzo si ha in copertina, in formato 30,5 x 30,5 cm e soprattutto ti ci devi impegnare nella distruzione, altro che tasto destro>elimina.

I: In B-Music ci sono cinque tracce. Singolo d’apertura con tanto di video al seguito (by Toshiro Production) è SERIE-B: insomma lasciate agli altri il podio, l’apparenza. L’hip-hop non è morto, come il punk, come Paul McCartney. Piuttosto credo siano concetti musicali snaturati a causa della naturale evoluzione o involuzione della specie e dei costumi. Avete anche un PIANO-B per neutralizzare tutte le sovrastrutture inutili e ristabilire l’equilibrio perturbato?

Think’d:
Al mare, lo stesso citato prima, esistono solo male e bene, nero e bianco, uomo e donna. Fanculo i gay perché faccio rap e sono tosto, no homo, blabla.
Più su invece, in montagna, al freddo, c’è della sfumatura nel mezzo. Esiste il nero opaco, il nero metal, il nero soul, il grigio chiaro, il grigio scuro, il grigio chiaroscuro, il bianco pallido, il bianco lucido, il bianchiccio, etc. Quest’ultimo per esempio ce l’abbiamo negli 0X6. Il mio piano è non avere un piano. Ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ciò che capta da ciò che vive, che sia lavoro, famiglia, musica, arte, ghirigori, croquet o satanismo. Fondamentalmente mi son stancato di pensarci, forse sbagliando, forse no. Il motivo sta solo nel fatto che si impiega così tanto tempo a impegnarsi in qualcosa di molto più grande di noi che fai prima a fare quel che vuoi veramente, quel che senti veramente, senza sentirti obbligato moralmente a far cose giuste che in verità non vuoi fare. Il tempo deteriora, quindi prima che tu te ne accorga morirai, e na volta morto m’han detto all’orecchio che non riesci più a neutralizzare le sovrastrutture inutili e ristabilire gli equilibri.
Ecco perché scrivo, registro e distribuisco supporti che spero resistano al tempo. Perché se resistono il piano è proprio quello, senza la B.

paCMan:
Se avessimo un piano, o meglio se potessimo davvero attuarne uno per salvare la situazione, non credo saremmo vivi. A chi gestisce tutto questo va bene così, e di certo non siamo noi a poter cambiare le carte in tavola. Qualcuno però c'ha dato la parola e il microfono, e nel nostro piccolo cerchiamo di inviare input che speriamo qualcuno possa captare e fare suo: ci affidiamo al passaparola, e soprattutto, alla coscienza della gente che VUOLE ascoltare.
Come ho già detto prima il momento storico che viviamo è questo, e con questo bisogna fare i conti: la gente vuole il rap ad Amici e a Sanremo, magari tra 5 anni ci ritroveremo il punk a farla da padrona e allora tutti con le creste e gli anfibi a cantare "Nazi Punks Fuck Off". Chi vivrà vedrà, noi nel frattempo viviamo, vediamo e scriviamo, è quello che ci riesce meglio.

I: Provincia Violenta in chiusura. Traccia 5. 3:15 minuti: riferimenti cinematografici vari, qui, nel particolare, alla pellicola del ’78, probabilmente, regia di Mario Bianchi. Criminalità, bigottismo, clientelismo.
L’obiettivo non è reprimere, non è uccidere. Qual è? Con questo Ep avete dato “suono” alla vostra alternativa al “macello”?

Think’d:
E il premio per la perspicacia va a: l’intervistatrice! Prendete esempio colleghi giornalisti et similia, vi riconduco in maniera molto gentile qui per ulteriori informazioni, senza badare all’altissima purissima levissima qualità sonora.
Dunque, l’obiettivo è apertura. Io ti dico che secondo me sei bravo, ma fai roba sempre uguale da anni, dicendo le stesse cose e usando gli stessi suoni. Quindi ti dico la mia aka un giudizio soggettivissimo e umilissimo, che magari serve a farti crescere artisticamente, o magari no, però intanto ascolti e impari, perché s’impara da qualsiasi cosa, qualsiasi qualsiasi, proprio qualsiasi. Intanto parliamo e ci confrontiamo perché siamo adulti, e poi ognuno per la sua strada, che magari coinciderà, magari no. Però perlomeno si è parlato.
L’alternativa al macello non la vogliam dare affatto noi, sto solo dicendo che il tuo capoluogo (che disprezzi in ogni discorso e in ogni rap e poi te lo stampi sui cappellini e sulle magliette con la scritta “state of mind”) non è l’unica città della tua zona, e magari per crescere si dovrebbe andare oltre un confine comunale, regionale, nazionale, continentale, e universale quando conquisteremo Venere o Saturno, e non dire che la pensi così perché so dove abiti, ti vengo a prendere coi miei madaffacchin nigga sai.

I: Continuo col filone cinema: Shining, Jack Torrance, la follia, l’alienazione. Vado oltre la “luccicanza”, i misteri, l’immaginazione di S.King: “All work and no play makes Jack a dull boy”. - Ecco, parlando di “lavoro”, è evidente che dietro tutta questa produzione c’è un immenso e inarrestabile (a momenti scrivevate l’Ep in una nottata) impegno, che non manca di tantissimi spunti. Fedeli al DIY, spiegateci un po’ quali sono gli effetti e gli affetti legati all’autoproduzione Vs  le Major e il loro automatismo. Come “lavorate”, visto che l’asse BITONTO-MOLFETTA-CAPURSO-MILANO funziona alla grande?
Su, fateci un live-report sul “dietro le quinte di B-MUSIC”.

paCMan:
"B-Music" nasce e cresce in soli tre mesi, ma il passaggio da te citato è fondamentale.
Io e Tiziano siamo prima di tutto due amici, sappiamo entrambi che probabilmente ci siamo conosciuti con qualche anno di ritardo ma meglio tardi che mai.
Viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda e ci abbiamo messo ben poco a capire che molto probabilmente lavorare assieme per un progetto ci avrebbe fatto bene, e così è stato.
Ci eravamo fissati di chiudere questo progetto in poco tempo, perché eravamo coscienti che era il modo giusto di operare: pensare ai concetti, ma non troppo, il che non significa agire in maniera superficiale ma in maniera diretta e senza filtri, e credo sia palese ascoltare l'ep e notare tutto questo. Abbiamo solo dato vita ad un idea e ci siamo affidati a quello che ci circonda per dipingere questo quadro assolutamente "impressionista.

Think’d:
paCMan non ha fatto un cazzo tutto il tempo. Diceva sempre “si” a ogni mia proposta, forse perché sapeva che fare un disco con Think’d gli avrebbe svoltato la carriera da nu repper. Lo capisco.
Si divertiva un sacco a farmi aspettare in studio durante il mix: lui era a Vtond, io a Emme-I (bellazzìo); praticamente mixando in analogico non potevo chiuder tutto per poi riprendere, quindi dovendo finire il brano al momento, il ciccione m’ha regalato oceani di ansia nell’attesa delle sue risposte, privilegiato del cazzo. L’asse comunicativo è funzionato poi a dovere solo per merito dei miei nickname in ebraico o cirillico che ci garantivano privacy e sicurezza assoluta. Il resto è geografia.

I: Francesco (paCMan):-Think’d sostiene che “l’effetto sputo” nella registrazione deve esser rivalutato  e il tuo GOODBYE!/ PUNK! È senz’altro spit-powered. Ad ogni modo preferisci cantare in inglese o in Italiano? (Ricordiamo che il signorino qui, è il frontman dei Backjumper e s’è fatto un paio di giorni al W:O:A eh, esibendosi). 
Oltre alla collaborazione con G.Vozella in Ode Infinita, al progetto 0X6 che condividi con lo stesso Think’d, ti ritrovo qui a rappare con Monsieur Antistandard. Hai mai pensato a qualcosa da solista, visto che c’è già stato un ottimo tentativo con “Flusso di Coscienza”?
 

paCMan:
Think'd ha ragione, partiamo da questo presupposto.
Comunque sia ho sempre preferito l'inglese all'italiano perché è indubbio quanto sia molto più musicale e nella mia vera vita da cantante dei Backjumper uso l'inglese perché per nostra fortuna abbiamo una visibilità internazionale e solo cantando in inglese possiamo portare avanti il nostro messaggio ed arrivare alle orecchie della gente che ci ascolta da fuori Italia.
Anche nel rap è il messaggio è tutto ma è limitato al nostro suolo, e per questo motivo, cantare in italiano può essere molto utile: ho iniziato scrivendo le mie liriche in inglese con i Soulciders (Ciao Toshiro) ma ci ho messo ben poco a capire che se avessi voluto far capire cosa volessi dire, avrei dovuto totalmente cambiare modo di vedere la cosa. In questo Toshiro e Think'd sono stati molto importanti, mi hanno sempre spronato a dare il meglio anche quando cambiare approccio mi sembrava un abisso insormontabile. Ora sono a mio agio in entrambe le situazioni.
Quello con Giuliano è stato un esperimento, ma posso solo dire che non rimarrà un caso isolato e che ben presto sentirete parlare di altro, che al momento però è ancora in fase embrionale.
Solista ? Non lo so, quello che so è che sono continuamente in moto e che non ho mai smesso di scrivere da quanto ho iniziato, ormai più di dieci anni fa.
Se un giorno mi renderò conto di avere delle cose da dire e sentirò il bisogno di non "mediare" con nessuno, allora forse "Flusso di Coscienza" avrà un seguito, per ora però lo escludo. Se poi Dilla resuscitasse e me lo chiedesse, allora forse potrei pensarci.

I: Tiziano (Think’d) : Apologia del Delirio, atto III: brano 4. Il secondo s’è consumato con gli Icy Stares.
Da Erasmo a Nietzsche, e psichiatria docet. Fuori dalla zona di comfort. “Il delirio è nella mela, il pensiero è giallo e nero.”
La tua “musica” è un eclettico vomito di emozioni, nozioni. Mi fai pensar spesso a Zona Mc(Mula), Napo (Uochi Toki). Credi che questa cascata di concetti sia difficile da comprendere per cui hai poche aspettative sui feedback da ricevere o vedi indispensabile la rivoluzione della forma e dei contenuti nei testi?

Think’d:
Entrambe, però la seconda vince, perchè in realtà la gente è consapevolissima di poter comprendere, come spesse volte di non volerlo semplicemente fare. 

I: Questo “Delirium” dà vita ad una serie di sperimentazioni parallele con altri progetti, tra cui Unctrl Alt Canc (salutiamo Nuncha): il “soliloquio” dei suoni, dei campionatori, i polpastrelli che si consumano sul microsolco, questa Bass Music, la Dubstep, riescono a compensare l’assenza di quei “concetti parlati”?

Think'd:
No.
(Attenzione: altra risposta seria, leggere con altrettanta precauzione.)
No, non perché non lo compensano, ma perché son cose differenti.
Nell’hip hop ho sempre cercato di integrarmi, ma per come son fatto e come mi esprimo non sono mai stato accettato come avrei voluto. Una volta una persona invece di ammazzarmi di botte mi rispose con una frase di non vi dico manco chi, perché se non lo sapete potete anche chiudere l’intervista e tornare a scorrere bacheche per inerzia. Mi disse “vedrai che starne fuori è più facile che starci dentro”. Ho sempre lottato da allora, e dimostrato a tanta gente che non ero ciò che si credeva, lui compreso. A me bastava già quello. Anche perché negli anni a venire nonostante abbia continuato a cercare la fantomatica integrazione mi son reso conto che sia caratterialmente sia stilisticamente non ne sarei mai potuto esser parte esattamente come loro. A questo punto i miei ascolti che ormai da anni passavano dagli Static-X a Rob Dougan, da Tchaikowsky a Roni Size, assieme all’incontro con l’orsacchiotto Nuncha, han fatto sì che ampliassi ancora di più la sfera di ricerca d’ascolto; quindi bass music e in particolare dubstep fin dal 2010 mi hanno donato qualcosa che sentivo e sento più mio, forse semplicemente perché eravamo in quattro ad ascoltarlo e poi selezionarlo nei mix e nei dj set, esattamente come negli 80 i bboy fieri sentivano l’hip hop più loro. Molti oggi sono hip hop, ma fuori. Io m’accontento di esserlo un po’ dentro, e mi va bene così. Per il resto l’assenza dei “concetti parlati” viene compensata solo con foglio (o qualsivoglia superficie scrivibile) e penna (o matita).

I: Ero indecisa su questa domanda, poi ho scelto di rischiare il linciaggio: tempo fa hai proposto, sulla tua pagina “feiss”, di organizzare un dibattito sul rap locale, sperando che le risorse umane richiamate si dimostrassero molte, che la risposta fosse un grande entusiasmo generale coinvolgente e stravolgente.
E in parte c’è stato
Ma hai mollato, hai cambiato idea, ti sei disinteressato. Sei ancora convinto della scelta fatta?
Mi piacerebbe tanto tu ri-cambiassi idea…

Think'd
Mi spiace smorzare la risposta così, ma non desidero parlarne ulteriormente, e il motivo principale sta nel fatto che ciò che scriverei avrebbe senso solo se venisse realmente letto e compreso dalla stessagente a cui era rivolta l’iniziativa, ovvero centinaia di persone, non poco più di venti. Son sicuro che sia arrivato a chi doveva arrivare, il resto ormai non m’interessa. Scusami la crudezza, mi faccio perdonare con la prossima domanda!

I: Il futuro non esiste.
Pensiamo allora al presente: l’INTERESSE è morto col social?
è il Live il rimedio al “consumismo musicale” e alla pigrizia 2.0 ?

Think’d:
L’interesse è morto col social sì, e assieme a lui anche tante altre cose fighissime che non trovi su app.
Il live è uno dei rimedi, certo, ovvio, naturale. Cazzo devo fare, devo filmarmi pure il live così te lo guardi a casa? Ma mannaccia al demonio muovi il culo, che se ti stacco il modem e ti spengo il telefono vai in crisi forte perchè non sai che fare durante la giornata. Prova a farlo dopo, ti divertirai, fidati di zio.
Non che io stesso sia lontano da queste usanze, sarei ipocrita, ma diamine so ancora cos’è una passeggiata, un giro in bici, una sfacchinata per un concerto, leggere un libro, e blablabla, tutte cose anni 70-80-90, madonna ridatemi le biglie e le Lego. 

paCMan:
Su questo non mi dilungo. Il live è l'unico mezzo che hai per vendere il tuo prodotto perché suonando dal vivo cavalchi un'onda emozionale che vede l'artista entrare in strettissimo contatto con l'ascoltatore.
Suoni, piaci, vendi i dischi: è una sorta di ricompensa che lo spettatore ti da, perché magari hai fatto bene il tuo lavoro sul palco. L'empatia è la risposta.
 
I: Che ruolo ha la radio oggi? Che tipo di “radio clima”, per citare Garbo, respirate e subite?

Think'd:
Potrei darti una risposta saccente e hipster.
Semplicemente però ti dico che la radio non l’ho mai ascoltata tanto, anzi quasi per niente. Quindi partendo da questo importante presupposto/mancanza, penso che abbia un ruolo cruciale in tanti ambiti, ma conoscendo seppur da lontano la realtà delle maggiori emittenti italiane la crucialità maggiore è il business, non l’informazione o la musica (si veda Demo su Radio Rai). Per le restanti radio indipendenti e/o online ovviamente non è lo stesso fortunatamente, ma subentrano anche qui dinamiche a volte poco chiare, mancanza di mezzi, etc.
In generale il ruolo della radio dovrebbe essere più o meno questo. Utopia? Si, certo. Sapevi che il vero Papa sono io? 

paCMan:
Il clima è lo stesso dal '96, ed è di tensione.

I: <La vita è crudele però la musica sarà sempre tua amica mentre tutto il resto ti deluderà; alla fine ti deluderà, credimi. Tutto quanto. La vita è crudele ma bisogna sopravvivere.>
In questo “sistema universale con possibilità infinite” Napo docet, quali possibilità vi date? 

Think’d:
Infinite, se ce le dessimo davvero noi.
Infinite, se il sistema te ne dà di finite.

paCMan:
Non penso più di tanto a quali possibilità ci siano.
So solo che in qualsiasi situazione futura io mi immagini, mi vedo sempre e comunque accompagnato dalla musica, quindi lascio che la storia faccia il proprio corso, e che il mio corso diventi la mia storia. 

I: Volevo ringraziare (anch’io) le Poste Italiane, probabilmente inconsapevoli donatrici di penne con cui son stati scritti i testi. Grazie, ciao, siete proprio un orgoglio.

paCMan:
L'orgoglio è trovare persone che fanno propria la tua musica e riescono a comprenderla dandoci speranza che qualcosa in fin dei conti possa cambiare, quindi siamo noi a ringraziare te.

Think'd:
Voglio ringraziare te che hai ascoltato, pensato, e scritto per dare opportunità a due imbecilli qualsiasi di scrivere quattro cazzate, ma soprattutto ringrazio quegli altri quattro sfigati che son arrivati fin qui a leggere, avete ufficialmente perso del tempo che avreste potuto impiegare in lavori socialmente utili come guardarti ogni tanto a uno specchio che non sia il tuo oppure scrivere dosati commenti YouTube per un mondo migliore.

released 01 January 2014 
mixing + mastering || Think'd, DJ Gas 
graphic projetc:T3NCh1 Design

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