Incontro
i Vintage Violence durante la seconda data del tour del loro nuovo
album Senza Paura Delle Rovine (leggi qui la recensione) al Circolino di Vercelli, e in mezzo
ad aneddoti e memorabilia del triplete interista, il gol di Llorente
alla Lazio e altri discorsi calcistici riesco a fare un'interessante
chiacchierata, fra passato, presente e futuro.
Nel
brano “Abbronzarsi Il Culo” del vostro nuovo album dite “Fare
musica in Italia è come abbronzarsi il culo, se ne accorgono solo in
pochi se non lo dai via”. Come riuscite a conciliare una presa di
posizione come questa con la decisione di continuare comunque a
suonare ed incidere musica?
(Rocco)
Rispetto a decenni in cui la musica, in particolare quella rock,
faceva le rivoluzioni sociali e politiche, ora la situazione è ben
diversa. Trattare certi temi non aiuta ad aprire le porte del
pubblico di massa, e chi lo fa è consapevole di parlare a un
pubblico che è magari un centesimo di quello che potrebbe essere in
una società di cittadini consapevoli, il che spiega la metafora.
Faccio
un piccolo salto nel passato: fra il vostro primo ep, Cinema, ed il
primo album, Piccoli Intrattenimenti Musicali, sono passati alcuni
anni. Come mai un periodo così lungo?
(Rocco)
Chiedi al batterista! (Ride)
(Ben)
Io sono stato per un anno all'estero, dal 2007 al 2008, per cui c'è
stata una lunga pausa che sapeva di conclusione dell'avventura.
Quando poi sono tornato, complice il giorno in cui c'erano le
elezioni e in cui ci siamo rivisti tutti insieme dopo un anno,
abbiamo deciso di riprendere da dove avevamo lasciato.
(Rocco)
Erano le elezioni in cui la sinistra avrebbe dovuto vincere a mani
basse, e invece sappiamo tutti com'è finita...
(Nico)
Si può dire che siamo ritornati a suonare per combattere il ritorno
della destra in Italia! (Ride)
(Rocco)
E' stato un po' complicato ricominciare agli inizi perchè in quel
periodo io ero a Pavia e Nico a Bologna, per lui era impossibile
tornare dalle nostre parti (Mandello Del Lario ndr.) ogni settimana
così registravamo le prove e mandavamo poi tutto a lui. E' anche per
quello che c'è voluto molto.
(Ben)
Abbiamo ricominciato a suonare assieme nel 2008 ed a scrivere pezzi
nel 2009, poi c'è stato un altro intoppo perchè a metà del 2010 ho
avuto un incidente fortuito ad un dito della mano destra per il quale
mi sono strappato il tendine ed ho perso la sensibilità. Questo ci
ha costretto a spostare l'uscita dell'album a marzo dell'anno
dopo...si può dire che è sempre colpa mia! (Ride)
Nel
disco ci sono un po' di collaborazioni, come sono nate?
(Rocco)
Con Karim degli Zen Circus è nata quando loro sono venuti a suonare
a Mandello al Sonica Festival, ci siamo conosciuti ed ho scoperto che
abbiamo lo stesso tatuaggio che cita il testo di una canzone
semi-sconosciuta del primo gruppo di Iggy Pop di cui siamo tutt’ora
fan. Ci siamo ritrovati guarda caso ad un concerto di Iggy Pop e da
lì è nata l'idea di proporgli una collaborazione, anche perchè
loro vengono da un retroterra underground musicale simile al nostro.
Gabrielli invece è semplicemente uno dei musicisti migliori che ci
siano in Italia, ci è capitato di sentirlo dal vivo e abbiamo deciso
di provare a sottoporgli il brano I Funerali perchè volevamo
metterci una parte coi fiati. L'idea era metterci una tromba, ma gli
abbiamo lasciato carta bianca e lui ci ha fatto questa parte
fantastica col sax baritono.
L'idea
di mettere una piccola citazione di Walk On The Wild Side di Lou Reed
in Vivere In Un Bilocale invece come è nata?
(Rocco)
Si può dire che è un'altra collaborazione del disco visto che la
voce è di Daniele Federici, il cantante del tributo ufficiale di Lou
Reed e dei Velvet Underground e il fondatore di loureed.it. L'ho
conosciuto su internet e gli ho proposto questa idea di fare una
piccola citazione in un pezzo, e ci ha fatto questa voce fantastica!
(Gillo)
Una volta avevo un premix dell'album in macchina e l'ho fatto sentire
ad un mio amico, gli ho detto le collaborazioni che c'erano e poi gli
ho pompato tantissimo quella di questo pezzo, tanto che lui ha
creduto veramente per un attimo che noi avessimo collaborato con Lou
Reed! Fra l'altro noi abbiamo finito di registrare il pezzo un paio
di mesi prima che morisse, quindi da citazione che voleva essere la
si può ora leggere anche un po' come una dedica.
In
S.I.A.E. citate Vasco Rossi ed un altro personaggio il cui nome però
viene “censurato” con un bip. Dobbiamo aspettarci la rivelazione
del nome dal vivo come accadeva ai tempi per gli Offlaga Disco Pax
con Tono Metallico Standard?
(Rocco)
Eh c'è da venire ai concerti, può essere che diciamo il nome vero
oppure no...(Ride)
(Gillo)
Noi ovviamente non te lo sveliamo, diciamo che è un personaggio che
se uno non sa le cose non penserebbe mai di trovare in quel contesto.
A
Dicembre avete promosso una piccola iniziativa che prevedeva la
possibilità di avere il vostro disco in anteprima con vario altro
merchandise in una sorta di cesto natalizio, e parte del ricavato
veniva destinato all'associazione Emergenza Freddo di Lecco. Come
siete entrati in contatto con questa realtà?
(Rocco)
Io lavoro in un centro di accoglienza per rifugiati politici, Nico in
un centro psichiatrico e Ben anche lui in un centro di accoglienza,
quindi siamo tutti impegnati professionalmente nel sociale. Siccome
molti organizzano questo tipo di iniziative promozionali con uffici
stampa che obbligano a certi tipi di accordi, tipo fare un video
promozionale e lasciare a loro una percentuale del ricavato, noi
abbiamo deciso di organizzarla per i cazzi nostri mettendo su un
sito, facendoci un mazzo tanto ma riuscendo a ritagliare quel 10% per
“gli ultimissimi”, gente che ne ha veramente bisogno piuttosto
che lasciarlo ad un ufficio stampa. Abbiamo deciso di farlo per gente
che ne aveva veramente bisogno visto che gli uomini adulti che sono
rimasti senza niente faticano a ricevere aiuto dallo stato, e di
farlo a Lecco perchè è la nostra città di adozione. Uscendo col
disco poco dopo Natale ci sembrava anche una maniera per
sensibilizzare la gente, mostrando se ce ne fosse ancora bisogno che
siamo veramente nella merda.
(Roby)
Quando uscirà il disco il 31 gennaio chiuderemo l'operazione. Al
momento siamo sulla sessantina di cesti venduti, forse non
raccoglieremo una grandissima cifra ma è comunque un buon risultato
di questi tempi.
(Gillo)
L'idea del cesto poi è nata anche come modo di andare contro alle
politiche di crowdfunding che vanno di moda ultimamente che sono
stra-inflazionate e sono a mio parere solo un modo di fottere le band
emergenti.
(Rocco)
Io penso che dietro a questo tipo di realtà ci sia molto
semplicemente solo la solita logica del profitto. Non gliene frega un
cazzo della tua musica, del lato artistico, guardano solo la tua
fanbase per capire se c'è abbastanza gente che ti supporterà in
modo che la loro percentuale si alzi... e ci sono migliaia di gruppi
che aspettano “opportunità” come queste quando basterebbe fare
una colletta senza intermediari, come abbiamo fatto noi. Se poi nel
crowdfunding non raggiungi il risultato economico che ti eri
prefissato i soldi vengono ridati a chi li ha messi, per cui tutto si
risolve in una cazzo di gara competitiva come per i concorsi, la
dinamica è quella trita e ritrita del “successo-fallimento”, che
a ben vedere è quella che ci ha portato in questo baratro culturale.
(Gillo)
E alla fine quello che hai in cambio è semplicemente una piattaforma
che con un po' più di sbattimento ti puoi organizzare da solo...
I
testi sono a mio parere uno dei punti di forza della vostra musica,
ma a volte sembrano sottilmente ambigui. In particolare un brano del
vostro album precedente, Il Processo Di Benito Mussolini, ed uno del
nuovo, Finiremo Tutti In Ospedale col suo essere incentrata sulla
droga, mi hanno lasciato qualche dubbio sul messaggio che vogliono
trasmettere.
(Rocco)
Il video de Il Processo Di Benito Mussolini su internet è stato
hackerato da un gruppo di neo nazi-fascisti, hanno tolto tutti i like
e messo commenti come “servi dei sionisti” e cose del genere,
tutto perchè è stato superficialmente letto come una critica
tout-court a Mussolini ed al fascismo mentre la questione in ballo è
molto più fine. La canzone immagina che ci sia stato un processo per
lui, diversamente dalla realtà di un'esecuzione nata da una rivolta
popolare, come è effettivamente successo per tutti gli altri
gerarchi nazisti a Norimberga. Non è una canzone incentrata sulla
critica al fascismo, ma sull'idea che certe decisioni di vita o di
morte possano essere prese secondo la fredda logica razionale tipica
dell’occidente postbellico in un tribunale piuttosto che da un
sommovimento popolare dai connotati secondo me più naturali e se
vogliamo umani, perchè alla fine quel processo ha semplicemente
segnato il passaggio dalla logica imperialista del nazi-fascismo a
quella altrettanto imperialista e disumana del neocapitalismo
americano. Una logica che non è passata attraverso slogan di
supremazia della razza ma attraverso pubblicità, bisogni indotti e
logica del consumo.
Per
quanto riguarda Finiremo Tutti In Ospedale... Penso che a cercare di
spiegare un brano che è ancora così fresco non riuscirei a dare
perfettamente l'idea che ci sta dietro, preferisco che ognuno lo veda
dalla propria angolatura e magari fra qualche anno ti do il punto di
vista da cui sono partito io!
Per
ogni pezzo del disco precedente avete girato un video. Com'è nata
questa idea? Avete intenzione di continuare su questa falsariga anche
per Senza Paura Delle Rovine?
(Rocco)
Sì l'intenzione c'è anche per i nuovi brani, un paio oltre al
singolo Primo Ostacolo sono già pronti.
(Gillo)
Per il disco precedente l'idea è nata con uno scopo sia promozionale
che artistico, abbiamo unito le due cose.
(Ben)
In un periodo storico poi in cui praticamente non esistono quasi più
canali musicali che trasmettono video è praticamente d'obbligo
passare da youtube e facebook, ed meglio perché non c’è selezione
e non c’è censura.
(Gillo)
C'era poi l'idea di coinvolgere anche i fan, cercando di stimolarli a
portarci idee per la realizzazione di alcuni video come noi le
abbiamo messe per altri, creando così un legame diretto con loro.
(Rocco)
Abbiamo portato il concetto di autoproduzione anche nella
realizzazione dei video per le canzoni dell'album, non spendendo per
farli più di quanto avessimo speso per registrare ogni singolo
brano... Anche perché non abbiamo nessuna intenzione di svenarci per
fare il video da rockstar, che comunque non avrà mai la qualità di
una produzione a grande budget, e magari fottersene della qualità
della registrazione dell'album. Non avendo chissà che disponibilità
economica preferiamo puntare su idee particolari piuttosto che fare
il classico video con una figa e via e farne solo uno per tutto il
disco... Sono molto orgoglioso ad esempio da questo punto di vista
dei video di Sognare Sul Lavoro, Natale Lavavetri, Raiuno ecc…
Nel
disco precedente avete inserito una cover abbastanza particolare, I
Pop del cantautore francese Leo Ferrè: come siete arrivati a questo
autore ed a questa canzone in particolare?
(Nico)
Avevo una ragazza a Trento un po' di tempo fa, e suo padre era un
musicofilo che fra i vari dischi ne aveva uno di Leo Ferrè che si
chiamava La Solitudine. Ho cominciato ad ascoltarlo e nel frattempo
ho cominciato a riscoprire anche il personaggio, che era legato a
tutto un movimento poetico, musicale e sociale in Francia vicino
all'anarchismo. Abbiamo scelto I Pop principalmente perché è quella
meno tetra dell'album.
(Rocco)
E' quella che ascolti di più del disco perché si fa fatica a
capire, la più diversa dal resto.
(Nico)
E' stato il suo unico album in italiano. L'aveva inciso in francese e
l'ha tradotta in italiano, in maniera egregia, visto che ad un certo
punto della sua vita è venuto a vivere in Italia ed è anche morto
qui, a Castellina In Chianti vicino a Firenze. E' anche la mia
canzone preferita di Piccoli Intrattenimenti Musicali, ma gli altri
non vogliono mai farla dal vivo! (Ride)
Sempre
nel disco precedente nel brano Chupito E Plusvalore dipingevate una
realtà della musica dal vivo abbastanza triste e ben poco
remunerativa per le band: nei tre anni passati da allora vi siete
potuti ricredere?
(Nico)
Magari non è sempre così, ma spesso la gentilezza, la cordialità
ed anche i cachet sono inversamente proporzionali alla nomea del
locale.
(Rocco)
Abbiamo notato che i cachet sono aumentati, ma dipende molto da
quanto piaci al gestore del locale che ti invita a suonare.
(Ben)
E' cambiato molto anche per il fatto che ora siamo passati sotto
Maninalto, ed avere un tramite professionale fra noi ed i locali fa
sì che alcune realtà si pongano in modo più accorto... noi siamo
sempre gli stessi, non ci siamo trasformati in altre persone.
(Rocco)
La situazione è comunque psicotica. Si passa da gruppi che chiedono
ore di ferie per arrivare in tempo al soundcheck a gruppi che di
lavoro suonano, e tra i due spesso non c’è il divario artistico
che ti aspetteresti, ma solo economico: da cachet di 200 euro a
cachet da 1000.
(Gillo)
Dipende poi molto da quanto si investe in comunicazione...
(Rocco)
E questo dipende da quanti soldi hanno via i singoli membri della
band: sono tutte autoproduzioni, fino alle major è tutta
autoproduzione: come si fa a non farne un discorso di classe?. Il
resto è un sistema sballato, come il calcio: è giusto pagare di più
Cristiano Ronaldo perché vende magliette pure in Mali, ma certe
cifre non stanno né in cielo né in terra. Quello che sta succedendo
nel mondo del lavoro sta succedendo anche nel mondo della musica: ora
i datori di lavoro hanno un fottìo di curriculum sul tavolo e
possono permettersi di assumere un neolaureato in ingegneria come
saldatore perché sanno che è alla canna del gas, allo stesso modo
un gestore di locale può permettersi di tirare sul prezzo perché sa
che le band giovani faticano a trovare date. Cazzo non dargliela la
data se devi contare il guadagno del bar. Non prenderli per il culo.
E' un periodo buio sia dal punto di vista economico che culturale, e
anche solo sopravvivere come band in questo momento storico per me è
una gran figata. Ormai ci sono sempre più band emergenti meritevoli
che fanno album migliori di gruppi di professionisti, che ancora
vivono dei capolavori che hanno fatto quando erano a loro volta
emergenti: se i primi riescono a fare album fighi facendo anche altri
lavori che li impegnano per 40-50 ore a settimana allora è il caso
che anche quegli altri se ne tornino a lavorare se fanno uscire un
disco di merda, ma purtroppo il sistema tende ad irrigidirsi in caste
come nella politica. In questo sistema riuscire a tirare fuori
qualcosa di figo con le tue sole forze ti dà una botta di autostima
impagabile.
E qui sotto potete vedere come è proseguita la serata
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