martedì 4 marzo 2014

Da Lecco con furore, intervista ai Vintage Violence


Incontro i Vintage Violence durante la seconda data del tour del loro nuovo album Senza Paura Delle Rovine (leggi qui la recensione) al Circolino di Vercelli, e in mezzo ad aneddoti e memorabilia del triplete interista, il gol di Llorente alla Lazio e altri discorsi calcistici riesco a fare un'interessante chiacchierata, fra passato, presente e futuro. 

Nel brano “Abbronzarsi Il Culo” del vostro nuovo album dite “Fare musica in Italia è come abbronzarsi il culo, se ne accorgono solo in pochi se non lo dai via”. Come riuscite a conciliare una presa di posizione come questa con la decisione di continuare comunque a suonare ed incidere musica?

(Rocco) Rispetto a decenni in cui la musica, in particolare quella rock, faceva le rivoluzioni sociali e politiche, ora la situazione è ben diversa. Trattare certi temi non aiuta ad aprire le porte del pubblico di massa, e chi lo fa è consapevole di parlare a un pubblico che è magari un centesimo di quello che potrebbe essere in una società di cittadini consapevoli, il che spiega la metafora.

Faccio un piccolo salto nel passato: fra il vostro primo ep, Cinema, ed il primo album, Piccoli Intrattenimenti Musicali, sono passati alcuni anni. Come mai un periodo così lungo?

(Rocco) Chiedi al batterista! (Ride)

(Ben) Io sono stato per un anno all'estero, dal 2007 al 2008, per cui c'è stata una lunga pausa che sapeva di conclusione dell'avventura. Quando poi sono tornato, complice il giorno in cui c'erano le elezioni e in cui ci siamo rivisti tutti insieme dopo un anno, abbiamo deciso di riprendere da dove avevamo lasciato.

(Rocco) Erano le elezioni in cui la sinistra avrebbe dovuto vincere a mani basse, e invece sappiamo tutti com'è finita...

(Nico) Si può dire che siamo ritornati a suonare per combattere il ritorno della destra in Italia! (Ride)

(Rocco) E' stato un po' complicato ricominciare agli inizi perchè in quel periodo io ero a Pavia e Nico a Bologna, per lui era impossibile tornare dalle nostre parti (Mandello Del Lario ndr.) ogni settimana così registravamo le prove e mandavamo poi tutto a lui. E' anche per quello che c'è voluto molto.

(Ben) Abbiamo ricominciato a suonare assieme nel 2008 ed a scrivere pezzi nel 2009, poi c'è stato un altro intoppo perchè a metà del 2010 ho avuto un incidente fortuito ad un dito della mano destra per il quale mi sono strappato il tendine ed ho perso la sensibilità. Questo ci ha costretto a spostare l'uscita dell'album a marzo dell'anno dopo...si può dire che è sempre colpa mia! (Ride)

Nel disco ci sono un po' di collaborazioni, come sono nate?

(Rocco) Con Karim degli Zen Circus è nata quando loro sono venuti a suonare a Mandello al Sonica Festival, ci siamo conosciuti ed ho scoperto che abbiamo lo stesso tatuaggio che cita il testo di una canzone semi-sconosciuta del primo gruppo di Iggy Pop di cui siamo tutt’ora fan. Ci siamo ritrovati guarda caso ad un concerto di Iggy Pop e da lì è nata l'idea di proporgli una collaborazione, anche perchè loro vengono da un retroterra underground musicale simile al nostro. Gabrielli invece è semplicemente uno dei musicisti migliori che ci siano in Italia, ci è capitato di sentirlo dal vivo e abbiamo deciso di provare a sottoporgli il brano I Funerali perchè volevamo metterci una parte coi fiati. L'idea era metterci una tromba, ma gli abbiamo lasciato carta bianca e lui ci ha fatto questa parte fantastica col sax baritono.

L'idea di mettere una piccola citazione di Walk On The Wild Side di Lou Reed in Vivere In Un Bilocale invece come è nata?
(Rocco) Si può dire che è un'altra collaborazione del disco visto che la voce è di Daniele Federici, il cantante del tributo ufficiale di Lou Reed e dei Velvet Underground e il fondatore di loureed.it. L'ho conosciuto su internet e gli ho proposto questa idea di fare una piccola citazione in un pezzo, e ci ha fatto questa voce fantastica!

(Gillo) Una volta avevo un premix dell'album in macchina e l'ho fatto sentire ad un mio amico, gli ho detto le collaborazioni che c'erano e poi gli ho pompato tantissimo quella di questo pezzo, tanto che lui ha creduto veramente per un attimo che noi avessimo collaborato con Lou Reed! Fra l'altro noi abbiamo finito di registrare il pezzo un paio di mesi prima che morisse, quindi da citazione che voleva essere la si può ora leggere anche un po' come una dedica.


In S.I.A.E. citate Vasco Rossi ed un altro personaggio il cui nome però viene “censurato” con un bip. Dobbiamo aspettarci la rivelazione del nome dal vivo come accadeva ai tempi per gli Offlaga Disco Pax con Tono Metallico Standard?

(Rocco) Eh c'è da venire ai concerti, può essere che diciamo il nome vero oppure no...(Ride)

(Gillo) Noi ovviamente non te lo sveliamo, diciamo che è un personaggio che se uno non sa le cose non penserebbe mai di trovare in quel contesto.

A Dicembre avete promosso una piccola iniziativa che prevedeva la possibilità di avere il vostro disco in anteprima con vario altro merchandise in una sorta di cesto natalizio, e parte del ricavato veniva destinato all'associazione Emergenza Freddo di Lecco. Come siete entrati in contatto con questa realtà?

(Rocco) Io lavoro in un centro di accoglienza per rifugiati politici, Nico in un centro psichiatrico e Ben anche lui in un centro di accoglienza, quindi siamo tutti impegnati professionalmente nel sociale. Siccome molti organizzano questo tipo di iniziative promozionali con uffici stampa che obbligano a certi tipi di accordi, tipo fare un video promozionale e lasciare a loro una percentuale del ricavato, noi abbiamo deciso di organizzarla per i cazzi nostri mettendo su un sito, facendoci un mazzo tanto ma riuscendo a ritagliare quel 10% per “gli ultimissimi”, gente che ne ha veramente bisogno piuttosto che lasciarlo ad un ufficio stampa. Abbiamo deciso di farlo per gente che ne aveva veramente bisogno visto che gli uomini adulti che sono rimasti senza niente faticano a ricevere aiuto dallo stato, e di farlo a Lecco perchè è la nostra città di adozione. Uscendo col disco poco dopo Natale ci sembrava anche una maniera per sensibilizzare la gente, mostrando se ce ne fosse ancora bisogno che siamo veramente nella merda.

(Roby) Quando uscirà il disco il 31 gennaio chiuderemo l'operazione. Al momento siamo sulla sessantina di cesti venduti, forse non raccoglieremo una grandissima cifra ma è comunque un buon risultato di questi tempi.

(Gillo) L'idea del cesto poi è nata anche come modo di andare contro alle politiche di crowdfunding che vanno di moda ultimamente che sono stra-inflazionate e sono a mio parere solo un modo di fottere le band emergenti.

(Rocco) Io penso che dietro a questo tipo di realtà ci sia molto semplicemente solo la solita logica del profitto. Non gliene frega un cazzo della tua musica, del lato artistico, guardano solo la tua fanbase per capire se c'è abbastanza gente che ti supporterà in modo che la loro percentuale si alzi... e ci sono migliaia di gruppi che aspettano “opportunità” come queste quando basterebbe fare una colletta senza intermediari, come abbiamo fatto noi. Se poi nel crowdfunding non raggiungi il risultato economico che ti eri prefissato i soldi vengono ridati a chi li ha messi, per cui tutto si risolve in una cazzo di gara competitiva come per i concorsi, la dinamica è quella trita e ritrita del “successo-fallimento”, che a ben vedere è quella che ci ha portato in questo baratro culturale.

(Gillo) E alla fine quello che hai in cambio è semplicemente una piattaforma che con un po' più di sbattimento ti puoi organizzare da solo...

I testi sono a mio parere uno dei punti di forza della vostra musica, ma a volte sembrano sottilmente ambigui. In particolare un brano del vostro album precedente, Il Processo Di Benito Mussolini, ed uno del nuovo, Finiremo Tutti In Ospedale col suo essere incentrata sulla droga, mi hanno lasciato qualche dubbio sul messaggio che vogliono trasmettere.

(Rocco) Il video de Il Processo Di Benito Mussolini su internet è stato hackerato da un gruppo di neo nazi-fascisti, hanno tolto tutti i like e messo commenti come “servi dei sionisti” e cose del genere, tutto perchè è stato superficialmente letto come una critica tout-court a Mussolini ed al fascismo mentre la questione in ballo è molto più fine. La canzone immagina che ci sia stato un processo per lui, diversamente dalla realtà di un'esecuzione nata da una rivolta popolare, come è effettivamente successo per tutti gli altri gerarchi nazisti a Norimberga. Non è una canzone incentrata sulla critica al fascismo, ma sull'idea che certe decisioni di vita o di morte possano essere prese secondo la fredda logica razionale tipica dell’occidente postbellico in un tribunale piuttosto che da un sommovimento popolare dai connotati secondo me più naturali e se vogliamo umani, perchè alla fine quel processo ha semplicemente segnato il passaggio dalla logica imperialista del nazi-fascismo a quella altrettanto imperialista e disumana del neocapitalismo americano. Una logica che non è passata attraverso slogan di supremazia della razza ma attraverso pubblicità, bisogni indotti e logica del consumo.
Per quanto riguarda Finiremo Tutti In Ospedale... Penso che a cercare di spiegare un brano che è ancora così fresco non riuscirei a dare perfettamente l'idea che ci sta dietro, preferisco che ognuno lo veda dalla propria angolatura e magari fra qualche anno ti do il punto di vista da cui sono partito io!

Per ogni pezzo del disco precedente avete girato un video. Com'è nata questa idea? Avete intenzione di continuare su questa falsariga anche per Senza Paura Delle Rovine?

(Rocco) Sì l'intenzione c'è anche per i nuovi brani, un paio oltre al singolo Primo Ostacolo sono già pronti.

(Gillo) Per il disco precedente l'idea è nata con uno scopo sia promozionale che artistico, abbiamo unito le due cose.

(Ben) In un periodo storico poi in cui praticamente non esistono quasi più canali musicali che trasmettono video è praticamente d'obbligo passare da youtube e facebook, ed meglio perché non c’è selezione e non c’è censura.

(Gillo) C'era poi l'idea di coinvolgere anche i fan, cercando di stimolarli a portarci idee per la realizzazione di alcuni video come noi le abbiamo messe per altri, creando così un legame diretto con loro.

(Rocco) Abbiamo portato il concetto di autoproduzione anche nella realizzazione dei video per le canzoni dell'album, non spendendo per farli più di quanto avessimo speso per registrare ogni singolo brano... Anche perché non abbiamo nessuna intenzione di svenarci per fare il video da rockstar, che comunque non avrà mai la qualità di una produzione a grande budget, e magari fottersene della qualità della registrazione dell'album. Non avendo chissà che disponibilità economica preferiamo puntare su idee particolari piuttosto che fare il classico video con una figa e via e farne solo uno per tutto il disco... Sono molto orgoglioso ad esempio da questo punto di vista dei video di Sognare Sul Lavoro, Natale Lavavetri, Raiuno ecc…

Nel disco precedente avete inserito una cover abbastanza particolare, I Pop del cantautore francese Leo Ferrè: come siete arrivati a questo autore ed a questa canzone in particolare?

(Nico) Avevo una ragazza a Trento un po' di tempo fa, e suo padre era un musicofilo che fra i vari dischi ne aveva uno di Leo Ferrè che si chiamava La Solitudine. Ho cominciato ad ascoltarlo e nel frattempo ho cominciato a riscoprire anche il personaggio, che era legato a tutto un movimento poetico, musicale e sociale in Francia vicino all'anarchismo. Abbiamo scelto I Pop principalmente perché è quella meno tetra dell'album.

(Rocco) E' quella che ascolti di più del disco perché si fa fatica a capire, la più diversa dal resto.

(Nico) E' stato il suo unico album in italiano. L'aveva inciso in francese e l'ha tradotta in italiano, in maniera egregia, visto che ad un certo punto della sua vita è venuto a vivere in Italia ed è anche morto qui, a Castellina In Chianti vicino a Firenze. E' anche la mia canzone preferita di Piccoli Intrattenimenti Musicali, ma gli altri non vogliono mai farla dal vivo! (Ride)

Sempre nel disco precedente nel brano Chupito E Plusvalore dipingevate una realtà della musica dal vivo abbastanza triste e ben poco remunerativa per le band: nei tre anni passati da allora vi siete potuti ricredere?

(Nico) Magari non è sempre così, ma spesso la gentilezza, la cordialità ed anche i cachet sono inversamente proporzionali alla nomea del locale.

(Rocco) Abbiamo notato che i cachet sono aumentati, ma dipende molto da quanto piaci al gestore del locale che ti invita a suonare.

(Ben) E' cambiato molto anche per il fatto che ora siamo passati sotto Maninalto, ed avere un tramite professionale fra noi ed i locali fa sì che alcune realtà si pongano in modo più accorto... noi siamo sempre gli stessi, non ci siamo trasformati in altre persone.

(Rocco) La situazione è comunque psicotica. Si passa da gruppi che chiedono ore di ferie per arrivare in tempo al soundcheck a gruppi che di lavoro suonano, e tra i due spesso non c’è il divario artistico che ti aspetteresti, ma solo economico: da cachet di 200 euro a cachet da 1000.

(Gillo) Dipende poi molto da quanto si investe in comunicazione...


(Rocco) E questo dipende da quanti soldi hanno via i singoli membri della band: sono tutte autoproduzioni, fino alle major è tutta autoproduzione: come si fa a non farne un discorso di classe?. Il resto è un sistema sballato, come il calcio: è giusto pagare di più Cristiano Ronaldo perché vende magliette pure in Mali, ma certe cifre non stanno né in cielo né in terra. Quello che sta succedendo nel mondo del lavoro sta succedendo anche nel mondo della musica: ora i datori di lavoro hanno un fottìo di curriculum sul tavolo e possono permettersi di assumere un neolaureato in ingegneria come saldatore perché sanno che è alla canna del gas, allo stesso modo un gestore di locale può permettersi di tirare sul prezzo perché sa che le band giovani faticano a trovare date. Cazzo non dargliela la data se devi contare il guadagno del bar. Non prenderli per il culo. E' un periodo buio sia dal punto di vista economico che culturale, e anche solo sopravvivere come band in questo momento storico per me è una gran figata. Ormai ci sono sempre più band emergenti meritevoli che fanno album migliori di gruppi di professionisti, che ancora vivono dei capolavori che hanno fatto quando erano a loro volta emergenti: se i primi riescono a fare album fighi facendo anche altri lavori che li impegnano per 40-50 ore a settimana allora è il caso che anche quegli altri se ne tornino a lavorare se fanno uscire un disco di merda, ma purtroppo il sistema tende ad irrigidirsi in caste come nella politica. In questo sistema riuscire a tirare fuori qualcosa di figo con le tue sole forze ti dà una botta di autostima impagabile.

E qui sotto potete vedere come è proseguita la serata


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