Incontro
Capra e Sollo prima del loro concerto al Circolone di Legnano e li
stresso per tre quarti d'ora chiedendogli un po' di curiosità sul
loro ultimo album Raudo e non solo. Nota a margine: la cosa non ha
influito sulla loro performance visto che hanno spaccato il culo ai
passeri.
Negli ultimi tempi si fa un
gran parlare di voi, ed il notevole numero di date che state facendo
in giro per l'Italia è un buon termometro dell'attenzione che c'è
sulla vostra band. Pensate che la cosa sia dovuta al fatto che già
da Legna siete passati al cantato in italiano o ha aiutato il fatto
di offrire in free download i vostri album?
C: C'entra
tutto direi. Abbiamo fatto un disco che ha avuto un sacco di
download, e sicuramente fra quelli che l'hanno scaricato molti
avranno poi avuto la curiosità di vedere un concerto.
S: Anche la
questione del cantato ha inciso, soprattutto perchè è stata una
cosa ponderata. La decisione è venuta spontanea ma è stato fatto un
lavoro sui testi molto studiato, e abbiamo notato che hanno colpito
ragazzi di 15 anni come ragazzi di 30. Ha inciso secondo me anche la
maniera in cui abbiamo lavorato, il mazzo che ci siamo fatti noi e
soprattutto il team che ci accompagna, da Albo che fa le foto e che
cura l'immagine, Jacopo che ci dà continuamente idee di grafica ed
immaginari da sfruttare e su cui basarci, tutta To Lose La Track,
Suri che ci cura il mastering ed è soprattutto il nostro fonico dal
vivo, ed avere un fonico bravo come lui permette di fare concerti in
cui la stragrande maggioranza delle volte si sente tutto bene.
C: Siamo
anche passati all'italiano con un disco molto diverso dal precedente
in inglese, con un appeal che probabilmente agganciava di più. Da lì
siamo riusciti a fare 70 date per il tour di Legna, abbiamo fatto un
paio di split, e l'aver lavorato tanto e per certi versi bene ha
contribuito a fare in modo che tramite la nostra agenzia di booking,
che poi è il nostro amico Gianluca, avessimo delle date fissate
ancor prima dell'uscita di Raudo e riuscissimo a suonare 50 volte in
5 mesi, evidentemente perchè anche i locali pensano che portiamo in
giro uno spettacolo che val la pena vedere. Tutto questo anche grazie
al fatto che lavoriamo con gente che ci crede quanto noi e con cui si
è formata una bella sinergia.
I testi di Raudo sembrano
essere più seri e forse anche in parte pessimistici rispetto al
passato, particolarmente in brani come “Domani E' Gennaio”...
S: Abbiamo
notato che ci sono varie interpretazioni...sicuramente è un album
più scuro, forse è dovuto anche alla nostra crescita personale
anche se Capra era già adulto a 20 anni. E' una chiave di lettura
che ci può stare in parte quella del pessimismo.
C: C'è
sicuramente molta nostalgia. E' anche una riflessione sulla casa,
quella che che si perde e quella che si cerca, intesa non come le
classiche quattro mura ma come un luogo che ci appartiene e che
possiamo sentire nostro, una ricerca sia di un'origine che di radici
che quando vengono a mancare non dico che portano al pessimismo ma di
sicuro lasciano un senso di malinconia. Tendenzialmente quando canti
o scrivi un testo più che concentrarti su quello che hai ti
concentri su quello che ti manca, e si finisce a parlare di qualcosa
che hai perso piuttosto che del tempo che stringe o della
ripetitività che scopri in certi lunedì...direi che la tua chiave
di lettura risulta accettabile, anche se più che di pessimismo
sarebbe giusto parlare di maturità intesa come essere consci che
certe cose si perdono e non tornano più.
Quali sono state le differenze
di lavorazione fra Raudo ed il vostro disco precedente?
S: Il modo in
cui è nato principalmente. Con Legna avevamo dei pezzi che ci
portavamo dietro già da tempo e su cui abbiamo lavorato anche con
Francesco “Burro” Donadello, l'ex batterista dei Giardini Di Mirò
che è una persona con cui ci siamo trovati benissimo e molto in
gamba tant'è che adesso lavora a Berlino, a proposito di fuga di
cervelli...mi ha insegnato molte cose che poi ho portato a modo mio
nella lavorazione di Raudo. Per questo disco ci siamo ritrovati in
sala prove dopo le 70 date di Legna e c'è stato questo silenzio
imbarazzante di 10 secondi in cui ci siamo resi conto che nessuno
aveva qualcosa da dire, ed avevamo paura che avessimo proprio finito
le cose da dire. Invece in 3 mesi siamo riusciti a tirar fuori un
album che ci soddisfa in pieno ed io mi sono accorto che avevo delle
idee anche sui suoni che li hanno resi più massicci e scuri rispetto
a Legna. Sono due dischi che nonostante le diverse storie di
lavorazione e composizione risultano entrambi spontanei.
C: Sono
riconducibili a noi nonostante le due storie diverse. Legna in studio
con Burro, che gli ha dato una sua impronta e con pezzi che comunque
ci portavamo dietro da anni, e Raudo con Sollo che gli ha dato
un'impronta diversa e con pezzi che abbiamo scritto ex novo nei mesi
freddi fra il 2012 ed il 2013 con l'intenzione di creare un disco e
superare quel silenzio e quell'imbarazzo che ci impedivano
inizialmente di mettere insieme tutta la musica che avevamo ancora da
esternare.
S: E' stata
anche una prova di amicizia quasi...
C: A causa
degli impegni live erano comunque due anni che quasi non si facevano
prove, e il ritrovarsi tutte le settimane a cercare di creare
qualcosa di inedito invece dei pezzi che già conoscevamo è stato
anche un modo di rinsaldare il legame che ci unisce.
Come vi è venuta l'idea del
video di E' Finito Il Caffè e come è stato realizzarlo?
C: E' stata
un pessima idea innanzitutto. (Ride)
S: Nel
realizzarlo mi sono procurato un'escoriazione dovuta non ai fuochi
d'artificio ma ad un salto alla olio Cuore che mi è venuto
malissimo, a causa del quale mi sono rovinato una mano
sull'asfalto...oltretutto alle 9 di mattina, alla seconda ripresa,
per cui ho dovuto girare tutto il giorno conciato così.
C: Conta che
nessuno di noi 3 fa attività sportiva, per cui ritrovarci a correre
alle 8 di mattina per il mercato è stata una scelta avventata. Le
riprese al mercato di Correggio sono state sicuramente le più belle,
con tutti i vecchietti a quell'ora che ci fermavano chiedendoci cosa
stavamo facendo...
S: Un signore
ci ha chiesto di filmare il suo banchetto che così facevamo
pubblicità al suo vino, una signora mia ex vicina mi ha riconosciuto
e vedendo le telecamere mi ha detto “ma sei diventato
famoso!”...(Ride)
C: L'idea è
venuta fuori da un brainstorming, volevamo fare qualcosa che avesse a
che fare con le esplosioni perchè era l'immagine che volevamo dare
al disco e unirci del movimento perchè siamo dei cretini che non
sono contenti se non arrivano alla fine delle riprese distrutti...è
venuta fuori questa storia di una sorta di palla avvelenata, e
l'abbiamo girato a Correggio perchè volevamo dargli un'impronta più
basata sul luogo stesso...più Ligabue meno Vasco insomma. (Ride)
S: Legna era
più Vasco, Raudo è più Liga. Il prossimo sarà alla Jovanotti.
(Ride)
So che state lavorando anche ad
un nuovo video, e che c'entra una raccolta di fotogrammi...
C: Dovrebbe
uscire a breve. Tutto è nato da una proposta che ci hanno fatto dei
ragazzi di Reggio che organizzano una rassegna internazionale di
cortometraggi che si chiama Yasujiro Ozu Film Festival, che
consisteva nel fare un corto d'animazione basato su una nostra
performance live filmata, che andava scomposta in dieci fotogrammi
ogni secondo da dare a disegnatori, illustratori o anche solo
volontari che avessero voglia di ridisegnare questi circa 2700
fotogrammi. Pubblicizzando la cosa su facebook ne abbiamo trovati più
o meno 300 che si sono divisi il lavoro occupandosi di 10 fotogrammi
a testa, di cui alcuni li abbiamo anche condivisi sul nostro profilo,
e per fine ottobre dovrebbe vedersi il risultato di questo lavoro di
vera democrazia partecipata. Potevamo decidere di scegliere 10
disegnatori bravi ma abbiamo preferito fare una cosa più aperta a
tutti, senza troppi vincoli o criteri di selezione all'ingresso, e
sono sicuro che il risultato sarà una cosa molto divertente e anche
psichedelica. Si va da chi ci ha ridisegnato come il pinguino Pingu a
chi ha messo un'ascia da vichingo al posto del basso...ci sarà di
tutto.
Quanto ha contribuito alla cura
nei suoni degli ultimi due album l'averci potuto lavorare in quella
specie di “casa base” che è l'Igloo Audio Factory?
S:
Sicuramente ha contribuito. Il disco precedente (The Name Is Not The
Named ndr) l'avevamo registrato a Bologna con Bruno in uno studio
modesto ma da cui erano usciti un sacco di dischi notevoli, e lui è
riuscito a catturare anche più del suono che riuscivamo a dare in
quel periodo, tant'è che siamo rimasti stupiti del lavoro finale.
Una volta aperto l'Igloo abbiamo potuto lavorare sia con macchine mie
che con macchine di Francesco veramente notevoli, oltre ad altre che
eravamo riusciti a farci dare in prova gratuita da un negozio molto
grande, e siamo riusciti a tirare fuori un suono per certi versi
irriproducibile. Con Raudo mi sono ritrovato da solo a lavorarci, con
anche altri macchinari arrivati nel frattempo, ma nonostante abbia
un'impronta diversa se senti il suono, la pasta che sta alla base
capisci che viene da quello studio.
C: C'è da
precisare però che non è lo studio dei Gazebo Penguins, è lo
studio di Sollo aperto anche con Marco Chiussi e Raffaele Marchetti.
Avere un posto del genere è stato un regalo grandissimo nei nostri
confronti e ci ha tolto l'ansia di dover fare le cose in tempi
stretti, oltre a donarci un posto dove poter fare le prove e settare
i nostri suoni.
Fra le varie produzioni uscite
dall'Igloo c'è anche il progetto Three Lakes, a cui ho visto che
avete collaborato attivamente anche in veste di musicisti. Cosa mi
puoi dire di questo e di altri progetti su cui hai lavorato
direttamente?
S: Sì, Capra
è passato un giorno e ha fatto dei cori tutti accavallati su un
pezzo, gli ho attaccato un distorsore alla voce che la rende quasi
irriconoscibile...ThreeLakes è uno di quei pochi progetti all'anno
che produco in prima persona per sfizio mio e perchè ci credo. Luca
è un amico, ci conosciamo fin da ragazzini e aveva questi pezzi
chitarra e voce che mi piacevano ma erano un po' buttati lì, ci
abbiamo lavorato per un anno e abbiamo tirato su una band con cui
abbiamo riarrangiato i brani e a cui mi unisco quando riesco per le
date dal vivo. Anche gli Ornaments, altro disco che ho prodotto, sono
degli amici, il bassista Enrico Baraldi è un ex socio lui stesso
dell'Igloo...spero di riuscire in tempi brevi ad occuparmi di altri
progetti, uno è Machweo, un ragazzo di Carpi giovanissimo che fa
elettronica ed è un mezzo genietto, e l'altro è Johnny Mox, di cui
siamo fan sfegatati da tempo. Il vantaggio di produrre personalmente
questi progetti è il poterci lavorare con più calma, l'importante è
far uscire qualcosa che suoni veramente bene sia per la soddisfazione
degli artisti stessi sia perchè è comunque pubblicità che viene
anche a me se il prodotto suona in un certo modo. Cerchiamo bene o
male di dare il nostro suono a tutto ciò che esce dallo studio, che
siano produzioni di questo tipo o demo di ragazzini della scuola di
musica.
Avete condiviso uno split con I
Cani ed un altro con Verme e Do Nascimento, oltre a registrare una
cover di Dividing Opinions dei Giardini Di Mirò per una sorta di
tributo alla band. Come siete arrivati a queste collaborazioni?
C: Beh
riguardo alla cover ci è stato chiesto da loro, stavano facendo
uscire questa raccolta di loro pezzi rifatti da altre band che voleva
essere una cosa virale su internet, con i pezzi divisi fra vari siti
e blog come in una specie di caccia al tesoro per chi voleva
ascoltarli tutti, e l'abbiamo registrato in mezza giornata con lo
studio appena finito o quasi, esattamente il giorno che avremmo
dovuto consegnarla. Lo Splittone Paura è partito invece da un'idea
di Luca Benni, che ha voluto riunire noi, i Verme e i Do Nascimento
in questo vinile a tiratura limitata di 500 copie prodotto in
collaborazione con altre etichette di amici, fra cui quella della
bassista dei Verme e di uno dei Do Nascimento stessi, e ci ha dato la
possibilità di inserire un paio di brani che già facevamo dal vivo
ma che ancora non avevamo avuto occasione di fissare su disco. Con i
Cani ci siamo conosciuti quando sono usciti i rispettivi dischi nel
2011 e avevamo pensato a loro per un remix di un brano nostro da
inserire nel vinile di Legna, idea poi abbandonata ma da cui è
partita l'dea di questo split con inediti e cover reciproche.
S: E' nata
una bella amicizia, conoscendoli abbiamo scoperto veramente delle
belle persone.
Voi condividete spesso il palco
e non solo con molte band con cui sembra essersi formato un ottimo
legame, si può parlare di una piccola scena musicale?
S: Se per
scena intendi il trovarsi bene a suonare insieme, il cercare di darsi
una mano e supportarsi a vicenda potremmo anche chiamarla anche così,
ma è più semplicemente un fattore di amicizia che si è formata con
determinati gruppi.
C: La cosa
bella di questo tour a due chitarre che stiamo portando in giro ora è
che avendo creato un certo legame con alcuni dei promoter di locali
in cui abbiamo suonato abbiamo la possibilità di suggerire gruppi
con cui dividere il palco, e capita perciò di chiamare gli amici per
rendere un bel concerto ancora più bello...suonare assieme è una
delle cose più stimolanti che possano capitare.
S: L'abbiamo
fatto pochi giorni fa coi Marnero, che fra l'altro avevano appena
avuto un brutto colpo dovuto al furto della loro roba in sala prove,
e prossimamente faremo una data anche coi Sex Offenders Seek Salvation, un mistone di personaggi della bassa finalese che fanno
uno spettacolo incredibile.
Come è nato invece il legame
con la vostra etichetta, To Lose La Track?
S: E' nato
grazie a Jacopo Lietti, il cantante dei Fine Before You Came, che ha
fatto sentire a Luca Benni alcune nostre cose registrate con un
microfono in sala prove e che gli sono piaciute così tanto che lui
avrebbe pubblicato quelle...amore al primo ascolto praticamente. E'
stato un rapporto splendido fin dall'inizio, Luca ci ha dato fiducia
totale ed è veramente una persona troppo buona, uno che fa tre
lavori diversi e che trova comunque il tempo e la voglia di mettere i
soldi che guadagna nella produzione di dischi in cui crede. Come
etichetta è già in giro da parecchio, tant'è che lui dice che non
può partecipare ai premi per la musica indipendente perchè è
troppo vecchia. (Ride).
Si era sollevato poco tempo fa
un piccolo polverone “mediatico” partito da una recensione
negativa di Raudo su di un sito, cosa è successo esattamente?
S: Una buona
parte della polemica la si deve alla mia irascibilità che per
fortuna ultimamente sono riuscito a contenere, anche perchè col
lavoro che faccio non posso certo entrare in polemica con chiunque
parla male di un disco che ho prodotto o a cui ho lavorato. A una
persona può anche non piacere il nostro disco o la nostra musica in
generale ma da lì ad accusarci di rappresentare un'italietta stanca
e demotivata, contando che ci facciamo il culo anche 12 ore al giorno
nei nostri rispettivi lavori, mi sembra irrispettoso nei nostri
confronti e sembra un po' il voler spalar merda gratuitamente. Sulla
stessa webzine, Ondarock per la precisione, c'è stata anche l'unica
al momento recensione negativa di War Tales di ThreeLakes, dove si
dice fra le altre cose che è troppo autocompiaciuto e non spicca a
livello internazionale...questo ci dà l'idea che forse ci vedono
come della gente che ha chissà quali pretese, quando in realtà
siamo gente che lavora e che fa questo per passione e per la
possibilità di girare, suonare e arrotondare lo stipendio.
C: Tutto è
nato anche dal fatto che questa recensione l'abbiamo letta sul
furgone durante un viaggio di 9 ore da una data che avevamo fatto nel
sud Italia ad un'altra che dovevamo fare a Torino, e ci era sembrato
divertente far scattare la polemica anche solo per far passare due di
quelle ore interminabili. La cosa curiosa è che un post su facebook
nel profilo personale di Sollo è diventato la voce ufficiale del
fatto che i Gazebo Penguins non accettano le critiche, cosa che in
realtà non è vera, e per una volta che si parla di noi e della
cosiddetta scena emo in un articolo sull'indie italiano apparso su
XL si va a citare quel post per farne un esempio del fatto che questa
scena si sia fermata un po' all'adolescenza.
S: Fa
incazzare perchè tu ci metti la passione, ti fai il culo per anni,
ti metti a registrare bene un disco spendendoci soldi, fai 100 date e
di tutto questo ecco cosa guardano.
Rimanendo sul web ho notato che
negli ultimi due anni avete avuto un vostro brano nella classifica
dei 100 migliori dell'anno su Rockit, e addirittura Renato A.T. Era
arrivato in semifinale di questa specie di contest...
C: E'
incredibile come Renato A.T. sia un pezzo che non abbiamo mai fatto
dal vivo prima dell'inizio di questo tour a due chitarre...
S:
Sicuramente fa piacere, se ci danno la possibilità di avere uno
spazio e della visibilità non possiamo che ringraziarli. E' capitato
di litigare anche con loro per certe cose, ma si sono dimostrati
sempre disponibili nei nostri confronti tanto che al Miami siamo
stati gli unici a poter suonare coi nostri amplificatori nonostante
avessi avuto una polemica anche con l'organizzatore, perchè
sicuramente sono una testa calda...noi vogliamo ringraziare tutti
quelli che ci danno spazio, anche quelli che ci fanno critiche purchè
siano costruttive.
Avete partecipato un anno fa
circa ad un festival per trovare i fondi per la riapertura del Lato B
di Finale Emilia, un'iniziativa che ha avuto un buon successo e che
ha avuto un seguito recente se non sbaglio...
C: L'avevamo
fatto un mese dopo la seconda scossa, avevamo deciso di fare qualcosa
per rendere di nuovo agibile questa sala prove in cui suonavano vari
gruppi che conoscevamo e non solo e così abbiamo organizzato
Abbassa, che si è svolto a Bosco Albergati fra Bologna e Modena e
dove hanno suonato 16 band tra cui noi, Giardini Di Mirò, Julie's
Haircut, A Toys Orchestra, Beatrice Antolini, Three In One Gentleman
Suit, dalle 3 del pomeriggio e le 2 di notte tutte gratis. Servivano
16000 euro per rimettere a posto il tetto e rendere di nuovo agibile
la sala prove e noi siamo per fortuna riusciti a raccoglierne anche
di più, loro si sono messi d'impegno e dopo l'estate i lavori erano
finiti ed i gruppi sono potuti rientrare. Dopo un anno c'è stata la
volontà di fare una specie di festa di ringraziamento al Lato B
stesso, e visto che loro non avevano più bisogno di soldi ma ne
aveva bisogno il teatro di Finale Emilia un sacco di band si sono
messe a disposizione e la musica ha dato di nuovo una mano ad un
posto dove fare musica. Sono venuti un sacco di gruppi fra cui Lo
Stato Sociale e tante band sia dell'anno prima che di nostri amici,
abbiamo suonato dalle 4 di pomeriggio all'1 di notte per 2 giorni ed
è stata una cosa molto bella, perchè testimonia come la musica a
volte può dare veramente un aiuto serio ad altri che sono stati
sfortunati.
Sempre a proposito di tematiche
sociali so che avete portato in tour con voi del materiale di
un'associazione bolognese contro la violenza sulle donne.
C: Sì è un
collettivo che si chiama Noi No – Uomini contro la violenza sulle
donne, ed è uno dei pochi casi in cui non sono le donne a voler fare
qualcosa per le altre donne ma gli uomini che ci mettono la faccia in
prima persona. Siamo entrati in contatto con loro, abbiamo fatto
alcune foto con le loro magliette e attaccato degli adesivi ai nostri
amplificatori per sensibilizzare su questo tema, perchè più gente
dice a voce alta no a qualunque tipo di violenza fisica o psicologica
sulle donne e meno lo faranno speriamo.
Un'ultima domanda: come
passerete il 27 di Gennaio?
C: Eh
toccandoci le balle! (Ride) Ogni anno ormai avremo queste due date,
il 27 di Gennaio ed il 12 di Giugno in cui stare attenti...potremmo
organizzare una festa in quei giorni!
S: Meglio
stare chiusi in casa va! (Ride) Tu scrivici e assicurati che stiamo
bene!
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