venerdì 27 luglio 2012

Sono solo parole: Daniele Ferriero Vs Stefano Pifferi

Tempo fa qualcuno scrisse un articolo sul fatto che i giornalisti musicali sono, oggi, le nuove e vere rockstar. Friggere aria e altre cose... Al sottoscritto però ha fatto venir voglia d'interrogare due tizi che è meglio non far incazzare.

Le due facce (diciamo anche una e mezza) qui sopra appartengono a due noti giornalisti musicali. Il primo, Daniele Ferriero è un rappresentante della carta, quella che leggi sulla tazza del cesso, per intenderci, il secondo Stefano Pifferi è un noto esponente del web, conosciuto per la sua particolare dieta a base di pane e dizionario. Se non sapete chi sono vuol dire che non avete mai letto una recensione scritta con il sangue. 

-Presentatevi 

DF: Irsuto, bruno, un neurone molto confuso in loop eterno.

SP: Ciao.

-Età?

DF:  Non sono ancora arrivato alla cifra tonda. 

SP: 40 e un giorno

-Da dove venite?

DF: Continuo a chiedermelo, nottetempo. Nacqui comunque in Barona, periferia di Milano.

SP: Alto Lazio, Tuscia, Etruria. Insomma, chiamalo come ti pare ma tra Lazio e Toscana.

-Sposato? Fidanzato?

DF: Non si accettano tentativi di rovinare la piazza

SP: In pausa

-Vi conoscete?

DF:Virtualmente, solo. 

SP: Non live, ma lo leggo spesso.

-Daniele saluta Stefano. Stefano saluta Daniele

DF: Ehi, Yo!

SP: Graaaande.

-Come vi siete avvicinati all'ambiente della critica musicale?

DF: Qualche porra, poi il passo al crack è breve. No, dai: webzine, fanzine e street team per etichette italiane (tipo Loudblast). Le 'zine sono il corrispettivo delle 'ndrine sul versante musicale, comunque. 

SP: Da lettore/ascoltatore.

-Dove scrivete?


DF: Di musica su Rumore, principalmente. Con altre collaborazioni, tra le quali la più recente è Vice. O, molto (molto) saltuariamente, Bastonate

SPSentireascoltare.com

-Dove scrivevate?

DF: All'inizio su di un nugolo di zine varie, tra cui sul versante elettronico ricordo sicuramente hmportal e pizzichi di movimenta

SPSentireascoltare.com

-Cosa fate nella vita ?

DF: Non l'ho ancora capito.

SP: Ricercatore universitario

-3 rapidi consigli per chi vuole intraprendere questa "strada"
DF: Caga fuori dal vaso; insegui i tui deliri personali; non limitarti al compitino. 

SP: 1) Lascia. 2) Proprio. 3) Perde. Seriamente: passione ma non eccessiva; equilibrio, ma fino ad un certo punto; perseveranza, sempre.

-3 rapidi consigli sulla scrittura in generale



DF: Leggi e scrivi il più possibile cose costituzionalmente lontane da te; trovati qualche nume tutelare da tradire in corso d'opera; fai a pezzi tutto ciò che scrivi, monta e smonta ancora. 

SP: Scrivi male. Scrivi in fretta. Lascia un bellissimo cadavere.

-Qual'è la differenza oggi tra chi scrive sulla carta e chi sul web?

DF: Il medium.

SP: Forse solo la rapidità nella divulgazione, ché la carta va stampata e il web no. Un vantaggio, a volte. Altre no, se manca la decantazione.

-Sei pagato per scrivere?

DF: Bella battuta. A spizzichi e bocconi.

SP: No.

-Se si quanto?

DF: 3mg di chew-z a cartella. 

SP: Niente.

-E' possibile fare della critica musicale un lavoro?

DF: Tutto è possibile, niente è probabile. Soprattutto il lavoro. 

SP: In Italia? Ahahah. Della serie “che lavoro fai?” “Scrivo di musica” “Sì, ma che lavoro fai?”

-Ultimo film visto?


DF: Temo "The artist", cinema all'aperto

SP: Contagion

-Ultimo libro letto?

DF: Portandomi dietro un minuscolo disturbo d'attenzione faccio ammucchiate di letture. Ieri sera: Donald Barthelme "Atti innaturali, pratiche innominabili", James Joyce "Gente di Dublino", U. Eco "Dalla periferia dell'impero", F. Fortini "Questioni di frontiera" e ho finito "Avere e non avere" di E. Hemingway. 

SP: Enrico Brizzi – Gli Psicoatleti

-Ultimo disco recensito?

DF: Credo "Da Mind of Traxman". 

SP: Mike Patton & Ictus Ensemble – Laborintus II 

-Era bello?

DF: Una botta curiosa, sì. Bello contorto e ben giocato. Magari non la pietra miliare che vorrebbe essere ma piacevole per quanto va di ipnosi, reiterazione e droghe varie

SP: Non malaccio, ma qui il Ferriero sarà in disaccordo.

-Di seguito una lista di band. Per ognuna di loro usate un aggettivo che la riassuma in un'unica parola.

DF: No, dai, un aggettivo non ce la faccio. Trasgredisco! 

-Slint 

DF: All'osso.

SP: Rigore

-I Pooh 

DF: I Pooh Uno dei gruppi preferiti di mia mamma. Le ho anche regalato dei dischi. Perché a volte so essere umano.

SP: Scraaaa pooh

-Fugazi 

DF: La fondazione e la maniera migliore di pensare alla musica su qualche centinaio di versanti e mondi e universi diversi. 

SP: Integrumiltà 

-Hanson 

DF: Mmboop 

SP: fratellanza

-Unsane 

DF: Bastonate 

SP: Devasto

-Aqua 

DF: Non so andare oltre la questione Barbie Girl 

SP: Euroschifezza 

-Radiohead 

DF: Li ho pressocché abbandonati immediatamente dopo averli scoperti. Me ne assumo tutte le responsabilità del caso. 

SP: Coraggio

-Lo Stato Sociale 

DF: Noiosi e canticchiabili (le tre canzoni che ho sentito) 

SP: Magari, ma non in musica 

-Throbbing Gristle 

DF: Throbbing Cock (reunion a parte) 

SP: Grigi

-Modà 

DF: Non pervenuti.

SP: Puah

-Fine Before You Came 

DF: Sorridenti & sorrisoni 

SP: Cazzonismo serio a go-go

-Tokio Hotel 

DF: Non pervenuti

SP: Bimbiminkia

-Credete in dio?

DF: Ogni tanto capita sia lui a credere in me 

SP:  No 

-Il rock è la musica del diavolo?


DF: Pausini, Antonacci e via andare sono la vera musica del demonio. 

SP: Non credendo in dio non posso affermare che il rock sia la musica del diavolo. Che poi tecnicamente sarebbe il blues o sbaglio?

-Siete mai stati insultati da qualche artista? 

DF: Ho insultato molto più io, ne sono certo. 

SP: Ahahhahahah, no. Una volta uno si insultò da solo.

-I musicisti sono tutti artisti?

DF:  Sono solo parole, su, non tergiversiamo.

SP:  No, affatto. Alcuni sì. Altri ancora sono mestieranti che giocano a fare gli artisti maudit ma sono solo patetici.

-Che cos'è la linea editoriale?

DF: Qualcosa che la quasi totalità delle riviste/siti scambiano per l'elenco delle uscite mensili di settore. Convincendosi peraltro di avere fatto delle scelte consapevoli in merito. 

SP: Qualcosa da seguire e poi scavalcare. 

-E' vero che i giornalisti musicali sono le nuove rockstar come sostiene qualcuno?

DF:  Inizia a regalarmi droghe, donne, camere d'albergo, privilegi fiscali, sterili operazioni di beneficenza o animali parlanti e ti faccio sapere cosa ne penso. 

SP: Maddechè. Magari all’estero e in 3 o 4 casi.

-Credi di essere il migliore in quello che fai anche se quello che fai non è sempre piacevole?

DF: A tirarmi manate sulle gonadi? Non so, c'è concorrenza. Vogliono costituirla disciplina olimpica, pare. 

SP: Dopo Daniele Ferriero, sì.

-3 parole a caso?

DF: No.

SP: Sole, cuore, amore.

-Come siamo messi in Italia musicalmente parlando?

DF: Meglio di quanto non ci si voglia raccontare, se si guarda alla qualità e non al numero. 

SP:  Bene, secondo me. Ma dovremmo rendercene conto senza perdere di vista un dato fondamentale, e cioè il bello e il brutto dell’esser periferia. La consapevolezza, purtroppo però, non è che si acquisti al supermercato…

-Come uscire dalla crisi?


DF: Un colpo in testa e via.

SP: Quale crisi? Quella inventata dai giornali comunisti? O quella anticipata dal movimento no global più di un decennio fa?

-Ha ancora senso parlare di "Indie"?

DF: Ha senso in funzione del termine stesso e dell'ambito/contesto in cui è nato; o del partir da lì per fare considerazioni sull'oggi. Il resto sono ornamenti e degenerazioni o generi linguistici da scaffale e vetrina. 

SP: Dipende da quale prospettiva. Se ci si rifà al senso primigenio sì, anzi ancor di più. Se invece si vuole tratteggiare delle presunte comunanze musicali o uno stile socio-culturale a uso e consumo di riviste patinate e quotidiani d’accatto, allora no. Non ha mai avuto senso in questo senso. 

-E di Hipster?

DF: Idem. Tanto più che tanto è interessante l'accezione originale quanto noiosa la deriva odierna (prese per il culo sugli "hipster" inclusa). Sono solo parole. Pesiamole.

SP: Di hipster sì, perché è un fenomeno relativamente recente nelle sue derive mass-mediatiche e piuttosto vivo a giudicare da risvoltino, baffetti e foto via instagram…

-Prima o poi vi romperete il cazzo di fare questo?

DF: Già successo. Sta succedendo ancora. Ma non succede mai per davvero. 

SP: È molto probabile, ma soltanto perché rompersi il cazzo è una cosa fisiologica.

-Cosa farete dopo aver risposto a queste domande?

DF: Mi lavo le ascelle, i denti, metto le mutande ed esco. 

SP: Dormirò

-Vi è piaciuta quest'intervista?

DF: Ehm, ho una concezione del piacere un poco diversa, temo. 

SP: Sì.

-Vi sto sul cazzo?

DF: Sei un bipede, cazzo pretendi. 

SP: No.

-Lasciateci con un pensiero od una canzone che riassuma il verbo STORDIRE di STORDISCO

DF: Sul pensiero/canzone ci siamo, sul riassunto della zine, be', non ne ho idea in effetti. A ogni modo:


SP: “Stordito è chi stordito fa” (Forrest “fake” Gump) + questa 




2 commenti:

pocodio ha detto...

sarà, ma uno che commenta (Pifferi, dandogli pure un voto bassino) la nuova interpretazione dell'Ictus ensemble con Mike Patton del capolavoro beriano "Laborintus II" con la frase "al limite del didascalico" forse non ha bene in mente il concetto che sta alla base della musica classica (discutibile o meno, ma tant'è): se esegui (non riadatti, ESEGUI) un brano della tradizione classica (moderna o antica) sarai SEMPRE al limite del didascalico...non è un limite, ma una caratteristica! ormai noi musicisti (siamo in tantissimi) non ne possiamo più di questa tracotanza e superficialità dei giornalisti-critici web. abbiate un po'di pietà (e umiltà, santa pazienza!)

il piff ha detto...

ciao musicista umile, qui il "giornalista" tracotante...
senza buttare astio a cazzo di cane, avresti potuto anche pensare che l'elencazione dei lavori precedenti di patton, anche sulle cose italiche pop e meno pop, magari stava lì per darci un esempio del procedere musicale dell'americano
e che magari da uno avventuroso come lui ci aspettavamo che si cimentasse in una "sua" rielaborazione del pezzo, irriverente o omaggiante, poco cambia...
ma forse eri troppo preso a farti delle pippe mentali su quanto tu ne capissi e quanto io no
stammi bene e pensa pure tu all'umiltè sacchiana

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