sabato 11 febbraio 2012

Intervista a Colapesce

Colapesce“Un meraviglioso declino” album d’esordio di Lorenzo Urciullo alias Colapesce, sotto la 42Records, di cui potete leggere una bella recensione qui, è un ottimo lavoro, ricco di sfumature, citazioni e richiami. Sottilmente e con sentimento riesce a dar voce a molti aspetti del nostro paese e alle abitudini che molto spesso ci vedono protagonisti. Abbiamo scambiato due parole con lui.


Dalle tue esperienze musicali passate come sei arrivato ad essere Colapesce, e perché fai riferimento proprio a questo mito siciliano? Credi che la musica possa sorreggere il mondo così come Colapesce, in una versione del mito, sorregge la Sicilia?

Sentivo il bisogno di comunicare delle cose, e di farlo nella mia lingua. Sono partito a 16 anni con il post rock strumentale, poi sono arrivati gli Albanopower e adesso Colapesce. Un lento percorso a ritroso, magari il prossimo lo faccio in dialetto.
La musica ha un’importante funzione sociale, ma l’unica cosa che eventualmente dovrebbe reggere, è il morale delle persone. Non far sprofondare la Sicilia spetta alla civiltà, ma abbiamo avuto solo “Schettini” finora, quindi la vedo male. Continuando così faremo presto il nostro ultimo “inchino”.

« Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me invece, la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa assomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà» La Noia, di Alberto Moravia.
Per certi versi il tuo album mi ha riportato alla mente questo bellissimo romanzo di Moravia, non perché sia “noioso” per carità, ma perché per me tu sei come un eremita della musica, sei lontano dalla realtà ma allo stesso tempo la padroneggi, la comprendi e la interpreti come nessun’altro. Cosa pensi di questa mia sensazione?


Ad ‘avercene’ anche un decimo delle qualità saggistiche/giornalistiche/ letterarie di quell’uomo. E’ un complimento bellissimo, grazie. Non sempre riesco a padroneggiare la realtà, anzi spesso mi aggrappo alle canzoni per evitare la de-realizzazione totale. La noia è una componente fondamentale nella mia vita. I siciliani hanno costruito un’economia su questo concetto, la granita in piazza con 40 gradi all’ombra è una delle tante manifestazioni stagionali del fenomeno.
Semplicemente osservo e scrivo, in questo caso la noia diventa attiva e non passiva. Sono un po’ dissociato, lo ammetto.

Nel tuo lavoro ci sono molti riferimenti letterari, anche abbastanza remoti e significativi. Quanto è importante per te questo aspetto? È un fattore naturale per chi si esprime d’arte?

Non credo sia un fattore naturale, ogni artista ha i suoi riferimenti culturali. I miei, avendo studiato ‘roba’ umanistica, sono spesso legati a un certo immaginario. E’ divertente legare Ariosto ai blog dei Trotskisti, lo sfasamento dell’asse temporale mi ha sempre affascinato. Mi aggrappo spesso al passato per un semplice motivo: lo trovo più rassicurante. Nel ‘nuovo’ c’è un ronzio di fondo che mi turba. In generale preferisco le cose stagionate, dai vini ai formaggi fino alla musica. Sono scettico sulle cose hyperole. Sono un conservatore, spero si torni presto a parlare di dischi e non di singole tracce su youtube.

Si sono avvicendate diverse componenti in quest’album, diverse voci e collaborazioni, come sono nate? Credi che suonare con altri artisti possa arricchire il suono e anche il bagaglio personale di un artista?

Le collaborazioni del declino nascono sulla base di solide amicizie, in maniera spontanea e genuina, senza strane dinamiche commerciali o altro. Sono convinto che collaborare con altri musicisti è sempre occasione di crescita.

In più punti si legge un dar voce alla frustrazione dei nuovi laureati, di quei ragazzi, cioè che si impegnano e che hanno molte aspettative e che a volte con fatica riescono ad ottenere un risultato, e sono alla ricerca di un riconoscimento che spesso non è dato loro. Sempre più spesso invece si vede dar spazio ai nuovi “Barbari” , io ho saputo che tu ti sei recentemente laureato, cosa pensi dello stato delle cose in questo preciso momento storico?

In Italia c’è un surplus d’intelligenze (cito il mio caro amico Angelo Orlando Meloni, lucido scrittore contemporaneo) e nessuno vuole fare certi lavori. Credo che fra qualche anno saremo invasi da panettieri aerospaziali, spazzini commercialisti, barman medici. Il che non è un dramma, il vero problema è che probabilmente ognuno farà male il proprio lavoro. I protagonisti del mio concept sul declino, se ci pensi, non sembrano così frustrati: pur avendo “stipendi da niente”, li dimezzano comprando vini di qualità, sognano di andare in India, s’innamorano ancora e godono di cose minori, della quotidianità, lasciando la scena mondana ai ‘Barbari’ muniti di lauree. Non voglio dare giudizi, descrivo semplicemente con tono poetico - giornalistico la società. Mi sono laureato da poco, nel (bellissimo) video di Restiamo in casa sceneggiato da me e disegnato da Michele Bernardi do fuoco alla mia laurea. Adesso sono tranquillo, se c’è da spazzare lo faccio bene.

Dalla “Costruzione di un amore” di Ivano Fossati alla “Distruzione di un amore” di Colapesce, perché? C’è un qualche nesso?

Nessun nesso… The dark side of Colapesce.

Cosa pensi invece della musica cosiddetta indipendente oggi? Credi che con le nuove tecnologie e con i nuovi mezzi (vedi lo streaming e il free download) la musica possa beneficiarne o credi che sia deleterio per il lavoro dell’artista?

Non credo sia deleterio, sono a favore delle nuove tecnologie ed è fuor di dubbio che il futuro della musica è lo streaming, quindi tanto vale mettersi l’anima in pace.
Io continuerò a comprare LP e CD perché trovo l’mp3 un formato irritante, lo uso molto per la consultazione, ma continuo a preferire i supporti fisici. Amo la carta appena stampata e amo sapere quando, dove e chi ha registrato le musiche dei dischi che compro. La scena indipendente dalle nostre parti è piena di “vorrei ma non posso” e quindi è frustrata e poco coesa. Non faccio più distinzione fra mainstream e indipendente, faccio distinzione fra le cose che mi piacciono e quelle che m’irritano.

C’è qualche progetto musicale che ti sta particolarmente a cuore, che hai ascoltato con piacere? Ti andrebbe di consigliarci qualche nome?

In questi giorni nel mio ipod girano,: Other lives, I Quartieri, Wilco, A Classic Education, Nordic Nomadic, l’ultimo di Mark Lanegan e un vecchio disco dei Quicksilver messenger service (Happy Trails.)

Vuoi dire qualcosa a proposito del tuo album che non ti è mai stato chiesto e che magari tu ti aspetti da un’intervista?

Molto marzulliana come domanda, ci provo. “Lorenzo ma hai sofferto parecchio per scrivere questo disco o è una mia impressione?” Sì, è una tua impressione.

I tuoi progetti per il futuro?

Sistemare casa, comprare un frigo silenzioso e iniziare a scrivere il prossimo disco di Colapesce. Sono molto motivato a realizzare il seguito di un meraviglioso declino.

Ascoltare quest’album per me è stato come avere sul comodino una palla di vetro con la neve, che si agita tra lo stupore di vedere qualcosa di magico e la paura di rompere un equilibrio. Ti ringrazio per la tua disponibilità e ti auguro Buon “Stordimento”.




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