mercoledì 4 gennaio 2012

Intervista agli Intercity

IntercityGli Intercity tornano, dopo un lungo periodo di pausa, con Yu Hu, il loro secondo album dopo l'esordio di Grand Piano del 2009. Abbiamo scambiato due parole con Fabio Campetti voce e chitarra della band.


-Eccovi di ritorno dopo una lunga pausa. Cosa avete fatto durante tutto questo tempo d'assenza ?

Nel 2010 abbiamo pubblicato l’ultimo disco a nome Edwood,“Godspeed”, mentre Anna (Viganò, seconda voce degli Intercity) ha lavorato al secondo disco dei Laurex PallasL’ultima Liegi-Bastogne-Wembley” fresco di pubblicazione, circa un mese fa

-Il progetto Edwood da quel che mi sembra di capire è stato definitivamente accantonato. Ti va di darci qualche breve spiegazione e magari spendere qualche parola in sua memoria ?

Con appunto “Godspeed” abbiamo chiuso l’avventura degli Edwood, essenzialmente perché vogliamo dedicarci al 100% al cantato in italiano, ci gratifica di più. Abbiamo pubblicato 3 dischi, a cui siamo molto affezionati, a nostro avviso tre dischi molto belli, quindi è stata una bella esperienza, che ricorderemo con piacere.

-Come vi siete avvicinati alla musica e cosa significa per voi suonare?

La musica è una passione, un divertimento, un hobby, un modo per distrarsi dalla routine quotidiana.

-Parlaci di YUHU, partendo dal titolo

Questa comune espressione gioiosa, in realtà è presa da un libro, in maniera del tutto casuale (esattamente “Invisible Monsters” di Pahlaniuk); ci piaceva, è un titolo curioso quanto immediato. Il disco in sé è la continuazione di “Grand Piano”; risulta essere un album più elaborato, più arrangiato, anche più eterogeneo, in quanto convivono brani diversi tra loro come “Piano piano”, ”Neon”, “Overdisco” o “Anais” di matrice indie-rock, ballate come “Smeraldo”, “Nouvelle Vague”, “Terrore Esotico” e “La Lunga Avenue”, così come brani easy listening per scelta vedi “Anfiteatro”, “Welcome piccola” e uno dei singoli “L’elettricità”. C’è molta più presenza delle due voci insieme, maschile e femminile.Abbiamo girato anche tre video, che pubblicheremo quanto prima, dei brani “Neon”, “L’elettricità” e “Smeraldo” (quest’ultimo con una vecchissima cinepresa in super8, con un risultato splendido).E’ un disco che ci riempie di gioia, un disco che abbiamo sempre sognato di fare e nonostante siano passati mesi dalla fine delle registrazioni, è un disco che ci emoziona tantissimo, come fossimo al primo ascolto. E’ sicuramente il nostro miglior lavoro (Edwood compresi).

-In questo nuovo disco vi sono molti riferimenti a correnti letterarie e artistiche, citazioni e tributi più o meno espliciti come quello ad Anais Ninn. Cosa ha influenzato la scrittura di Yu Hu?

La scrittura pop è spesso una scrittura citazionista, sicuramente “Anais”, oltre ad essere uno dei brani più riusciti, tende ad omaggiare un personaggio particolare, una storia d’amore controversa per i tempi. Le liriche in generale partono da situazioni vissute e digerite, a volte sono citazioni ed omaggi, a volte sono semplicemente storie d’amore e di vita.

-Dicci qual'è stato l'ultimo film visto, l'ultimo libro letto e l'ultimo disco ascoltato.

Potrei dire “Habemus Papam” di Morettti (stupendo), “L’uccello che girava le viti del mondo” di Murakami (molto bello) e il bellissimo disco “Tamer animals” (tra i migliori del 2011) degli “Other live"

-Avete già in programma delle date per promuovere il vostro ritorno sulla scena?

Facciamo una festa l’11 Febbraio, una sorta di data 0 tra amici a Brescia (che è la nostra città d’origine) allo storico locale Vinile 45 (ex Donne e Motori), poi partiremo con un tour speriamo il più lungo possibile, un po’ ovunque.

-Cosa pensi dell'ambiente musicale italiano in generale?

Nascono centinaia di band ogni anno, ovviamente non tutte riescono ad esprimere il loro potenziale, però di dischi molto belli ne escono spesso anche in Italia, solo a Brescia si contano circa 100 progetti.

-Qualche considerazione sulle webzine. Ti piacciono ? Ne segui alcune?

Credo che internet sia il futuro per tutto, quindi anche la critica musicale si sposterà, prima o poi, definitivamente qui; ma non solo, anche la televisione tradizionale sparirà; ci si può tranquillamente immaginare un I-book da 40 o 50 pollici al posto della tv tradizionale. Tornando alla domanda le webzines sono sempre più determinanti e seguite, basta citare Pitchfork e hai detto tutto

-Ti ringraziamo per la disponibilità e vi auguriamo un grosso in bocca al lupo per il futuro.

Grazie a te! E’ stato un piacere!

Buon stordimento

Altrettanto!



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