mercoledì 7 dicembre 2011

Intervista a Le Gorille

Le Gorille Claudio Laucci e Giorgio Ramacciotti, rispettivamente pianista/tastiererista e chitarrista di Le Gorille, ripondono ad alcune domande rispetto all'uscita del loro nuovo album.

La recensione la trovate QUI.

Aldo: rispetto al vostro esordio del 2008 non ho potuto non notare un sostanzioso salto in avanti con questo secondo album, sia dal punto di vista tecnico che stilistico, nonchè una crescita in termini di sound. Mi parlate del percorso che in questi tre anni vi ha portato alla pubblicazione di "Nautilus"?

Claudio Laucci e Giorgio Ramaciotti: apprezziamo innanzitutto che tu noti un'evoluzione . Un aspetto importante di questo miglioramento è sicuramente il fatto di aver suonato tanto dal vivo e soprattutto in diverse situazioni: dai festival rock ai ristoranti, dai locali ai live all'estero come in Francia o in Macedonia, dai centri sociali ai concerti in strada. é migliorato quindi il nostro affiatamento e l'approccio verso i rispettivi strumenti. Sicuramente poi, dal punto di vista compositivo, abbiamo ascoltato molta musica nuova e di conseguenza i gusti si sono evoluti e gli orizzonti ampliati.

A: la struttura delle canzoni e gli arrangiamenti sembrerebbero suggerire che molte delle idee che costituiscono l'album siano maturate da sessions di improvvisazione.
Come nascono i vostri brani e come scegliete i titoli?

C e G: esatto. Quasi tutti i nostri pezzi nascono da improvvisazioni. Quando poi troviamo un riff, un tema o un tempo che ci piace allora iniziamo a lavorarci e da lì evolve continuamente fino a diventare la canzone definitiva. Per quanto riguarda invece la scelta dei titoli è un vero e proprio calvario ... dopo tre mesi di litigi in genere riusciamo a partorirli. Comunque per quanto riguarda i nomi dati ai brani di questo disco direi che siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto.


A: "Nautilus" sembra riassumere un backround in realtà molto vasto, correggetemi se sbaglio; punk, beat, garage, ska e soul. Avete qualche nome di riferimento in particolare?

C e G: in effetti ci sono un sacco di generi "trattati" in questo disco. Ci piacciono i Clash, i Kinks, Nino Rota, Ennio Morricone, i Doors... Assimiliamo tutto inconsciamente ma cerchiamo sempre di dare un taglio personale e originale al nostro suono, essendo spontanei e non seguendo troppo schemi.


A: la vostra musica è interamente strumentale, eppure alcuni brani potrebbero prestarsi ad ospitare anche una voce. E' un ipotesi che avete mai preso in considerazione?

C e G: si. L'abbiamo presa in considerazione all'inizio però ci siamo resi subito conto che ci trovavamo più a nostro agio con brani di carattere strumentale. In realtà pensiamo che la voce in qualche modo ci sia visto che arrangiamo le nostre canzoni in modo che emerga sempre una melodia con un carattere ben definito. Crediamo che questo aspetto non faccia desiderare, a chi ascolta, la presenza di una voce.


A: l'Italia non è un paese dove far circolare la propria musica sia molto facile. In questo contesto, che difficoltà incontra una band strumentale come la vostra?

C e G: le difficoltà che incontriamo sono bene o male quelle che incontrano la maggiorparte dei gruppi underground/indipendenti... Il fatto di suonare musica strumentale ci potrebbe però permettere di cercare canali alternativi e inusuali uno fra tutti il mondo del cinema...quindi se qualcuno conoscesse Tarantino o Kusturica ...


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