lunedì 7 novembre 2011

Intervista a Mezzala - Cantante e autore dei Numero6

"Il problema di girarsi" sorprendente l'inizio del progetto solista di Michele "Mezzala" Bitossi: leader dei "Laghisecchi"," Numero 6","Nome", da poco fondatore dell'etichetta indipendente "The prisoner". In questa intervista cercheremo di farvi conoscere un Mezzala non solo artista, ma anche uomo e padre.


Una carriera così versatile e soddisfacente, con così tante sorprendenti collaborazioni. Quale sogni hai ancora nel cassetto?

Beh, di sogni ne ho tanti, si fossero esauriti sarebbe triste e pericoloso. In effetti se mi guardo indietro scopro che, nel bene e nel male, di cose ne ho fatte tante. Nonostante un enorme numero di difficoltà devo dire che in effetti mi sono tolto un buon numero di soddisfazioni. Mi sto accorgendo che il tempo con me è stato in qualche modo galantuomo, nel senso che sto finalmente ottenendo una serie di riconoscimenti come autore e musicista che reputo tutto sommato meritati. Il mio è stato un percorso di crescita graduale, senza particolari sbalzi. Tutto è accaduto progressivamente e, nonostante ci sia voluta enorme pazienza e passione, credo sia stato giusto così. Detto questo amo guardare sempre avanti, voglio migliorarmi sotto tutti i punti di vista e fare ancora parecchie cose, sia come Mezzala, sia coi Numero6 e magari in altri progetti.

Il tuo amore per la musica com'é nato? Coincide con il regalo di una Fender?

In parte sì. Per la verità nessuno nella mia famiglia è stato musicista ma i miei hanno da subito assecondato la mia curiosità per la musica e la mia inclinazione alla creatività. Credo sia stato determinante, oltre ad aver ricevuto una chitarra come regalo di Natale nel 1981 quando avevo solo sei anni, anche il fatto che in un momento cruciale, ossia intorno ai 14-15 anni, frequentassi ragazzi un po' più grandi, appassionati della musica "giusta", grazie a cui ascoltai i primi dischi fondamentali. Sono stati senza dubbio frangenti decisivi per far nascere ed alimentare quella che a pieno titolo è diventata un'ossessione.

Passiamo al nuovo album,parliamo della copertina, in perfetto stile Mezzala. Com'é nata l'idea?

Mi fa piacere che la consideri così perché, in effetti, era mia intenzione creare un certo modo, a partire dall'immagine di copertina. Quello scatto lo ha realizzato la mia fidanzata. Siamo a Porto, durante una vacanza. Ilaria stava evidentemente sperimentando con la sua nuova macchina digitale. E' riuscita a catturare uno scenario veramente bizzarro. Francamente non so quanti al posto mio avrebbero scelto una foto del genere, io non ho avuto dubbi perché la considero assolutamente rappresentativa di questo album.

E dei video "Nella vasca coi piranha" e "Ritrovare il goal"? Piccola curiosità, esiste davvero quel quadernone del liceo?

Il video di "piranha" è nato in maniera totalmente estemporanea durante lo shooting per le foto promozionali. A un certo punto mi è venuta l'idea del piano sequenza di me a letto sotto le coperte che mi dimeno per tutta la durata del brano. Tutto nasce da uno spunto se vuoi un po' "polemico" ma anche autoironico su un approccio alla realizzazione dei video spesso davvero troppo autocompiaciuto. L'idea di inserire la "storia" in un contesto di guerra associando il clip a un comunicato surreale è venuta dopo. Quanto al video di "Ritrovare il gol", che esce proprio in questi giorni, la partecipazione straordinaria di Bruno Pizzul, che si è messo in gioco con grande simpatia e professionalità, ha reso questo progetto per me indimenticabile. Sono convinto che questo video girerà parecchio e potrà contribuire alla diffusione della mia musica. E' chiaro che avere il featuring di un personaggio come Bruno aiuterà molto.

"Rocker Carbonaro" a mio parere una delle tracce più esaltanti dell'album. Descrivici il come, il quando ed il perchè.

Generalmente cerco di evitare di scrivere canzoni autoreferenziali, puntando invece il più possibile a una certa "universalità" di significati. In questo caso però ho fatto uno strappo alla regola toccando un argomento se vuoi un po' di "nicchia", quale la situazione spesso tragicomica che viviamo noi musicisti di area indipendente in Italia. L'obiettivo, spero raggiunto, era di affrontare l'argomento in modo tagliente e amaro non rinunciando a scherzarci sopra. Ci tengo a dire che non avevo alcuna intenzione di autocommiserarmi e di piangermi addosso, ci mancherebbe ancora. Il pezzo sta riscuotendo numerosi consensi, probabilmente lo farò uscire anche come singolo.

Testi duri ed intimi, arrivando ad aprirti in "Heypa". Una brano dal cuore in mano,che sottolinea la differenza abissale tra Mezzala e Numero6. Non vorrei essere invasivo,ma potresti descrivermi le emozioni che hanno caratterizzato la nascita della canzone. Ti sei ispirato ad Eels per aver parlato di un argomento così doloroso in modo così sereno?

Innanzi tutto ti dico che mi fa un immenso piacere che tu ravvisi la differenza esistente tra i due progetti. Ho dato vita a Mezzala per varie ragioni, una delle quali è il fatto che volevo sviluppare anche un approccio diverso alla scrittura di canzoni, un approccio da lasciare assolutamente perdere con i Numero6 dove si punta invece a fare diversamente.
Nella fattispecie ho cercato di onorare la figura di mio padre, morto improvvisamente due anni fa. Ho voluto farlo senza patetismi, esattamente nel modo in cui lui avrebbe voluto parlassi di lui. Scrivere quel pezzo è stato in qualche modo catartico, mi ha aiutato ad elaborare una perdita dolorosissima, con cui convivo ogni giorno ancora adesso. Interessante poi il tuo parallelismo con gli Eels. Adoro Everett e la sua scrittura ed è un onore essere accostato a lui, cosa per altro già successa.

Ci sarà un continuo del tuo lavoro solista? E c'è qualche episiodo, luogo o situazione, diciamo "particolari" che riguarda uno dei brani dell'album?

Il progetto Mezzala non si esaurirà affatto con "Il problema di girarsi". Nonostante questo album sia uscito da un mese e quello nuovo dei Numero6 (che uscirà a settembre) sia in stato avanzato sto già pensando al prossimo disco solista, che voglio sia un'evoluzione netta, rispetto a questo, che comunque mi soddisfa in pieno.
Numero6 e Mezzala sono due percorsi artistici che riescono non solo a coesistere ma si alimentano e si compensano a vicenda in maniera molto sana e propositiva. Poi c'è da dire che a stare fermo proprio non so stare.

Invece sonorità violente,quasi post rock in "Il pellegrino dalle braccia d'inchiostro". E' solo una parentesi nella storia dei Numero6?

Spero di no anche perché adoro quel disco, che oltre a essere stato a mio avvviso un esperimento veramente unico e originale nel panorama italiano ha un suono che mi rappresenta molto e che vorrei assolutamente riproporre. Già con "I love you fortissimo" come Numero6 siamo tornati a rockeggiare di più. E' col prossimo, tuttavia, che torneremo ad alzare i volumi.

Ho notato uno stato di coma nel progetto "Nome". Peccato,visto il potenziale dimostrato con solo due tracce. Dobbiamo aspettarci un funerale o un risveglio?

Nessun funerale per i Nome. Semplicemente si tratta di un progetto parallelo che non ha, per definizione, scadenze e tabelle produttive da seguire. Quando ho un brano che mi sembra adatto a quella destinazione lo realizzo e lo pubblico, tutto qui. Ma adesso in effetti è venuto il momento di un nuovo singolo, e ci sto già lavorando con l'amico

Ora: Bonnie Prince Billy. Dev'essere stato davvero emozionante sentir cantare un proprio brano, in italiano,da una tale leggenda della musica. Raccontaci la nascita e le sfumature di questa collaborazione.

Per l'ep "Quando arriva la gente si sente meglio" mi ero messo in testa di provare a coinvolgerlo. Considero Will Oldham uno dei più grandi songwriter degli ultimi vent'anni, a livello mondiale. Gli ho scritto, molto umilmente e senza tante speranze per la verità, mandandogli un Mp3 e chiedendogli se gli fosse andato di collaborare alla nostra "Da piccolissimi pezzi". Dopo un po' mi ha risposto dandomi l'ok a un suo coinvolgimento vocale a patto però che avesse potuto cantare in italiano. Pensavo francamente mi stesse prendendo per il culo. Invece no, dopo un mesetto mi è arrivato un cd con le tracce di voce.. e non erano in Inglese!. Grazie alla collaborazione splendida con lui siamo pure finiti su Pitchfork, una grande cosa.

Descrivici le circostanze che hanno fatto nascare " Quel giorno cosa avevo?" e " Al cuore della storia".

Difficilmente ricordo da dove scaturisce di preciso l'ispirazione per la scrittura di un pezzo. Anche perché capita molto di rado che io partorisca una canzone di getto. Solitamente lavoro per strati, partendo da uno spunto, anche molto esile, e nel corso delle ore, ma anche dei giorni e dei mesi, aggiungo e tolgo. Il risultato è che i miei brani, pur avendo spesso una certa coerenza narrativa, si riferiscano a fatti e momenti differenti tra loro. Questo è il caso dei due pezzi che citi, due canzoni alle quali sono particolarmente legato e che, fra l'altro, ho inserito nel concerto di Mezzala.

Pescara, Numero6 live acustico. Ho assistito,a tuo dire, alla "parte predominante" del tuo carattere, l'inquietudine. Confermata dalla trasformazione improvvisata de "i neuroni senza dignità in coda per l'ipad" in "neuroni senza dignità in sala a blaterar". Geniale! Queste spontane e piccole modifiche (ripeto, GENIALI) avvengono spesso durante i vostri live? O avresti più soddisfazione a distruggere la chitarra (povera chitarra!) sull'idiota di turno?

Ricordo bene il frangente di cui parli. C'erano tre cretine proprio sotto il palco che non la smettevano di blaterare a volume di voce altissimo mentre noi suonavamo, in acustico appunto. Non sopporto cose del genere. Vuoi farti i cazzi tuoi? benissimo, esci dalla sala dove c'è gente che, invece, desidera partecipare al concerto. Purtroppo capita spesso, non solo a noi, di imbattersi in una tale maleducazione. C'è chi fa finta di niente e c'è chi come me non ci pensa due volte a mandarti a fanculo, se possibile in maniera "interessante" come successo a Pescara.

Ma parliamo dei tuoi gusti musicali,preferenze?

Ci sarebbe da scrivere un libretto, e non mi pare il caso…Sono cresciuto ascoltando i "classici", ossia i Beatles, gli Stones, Gli Zeppelin, Lou ree, i Beach Boys. Da sempre ascolto rock indipendente inglese e americano. Posso aggiungere che i miei preferiti sono i Rem, che ho scoperto molto prima di "Out of time". Poi la lista sarebbe lunghissima, credimi.

Hai creato l'etichetta "The prisoner",come prosegue? E come vedi il free download?

Metter su la "The prisoner" è stata l'ennesima delle mie incoscienze. D'altra parte sapevo che prima o poi l'avrei fatto, è uno dei sogni di cui parlavamo prima. Con l'etichetta, soprattutto considerando i tempi bui che stiamo attraversando, non ho certo l'ambizione di arricchirmi, anzi so già che ci perderò dei soldi. Ho l'ambizione però di fare un bel lavoro con gli artisti che scelgo e che intendo aiutare nello sviluppo di un percorso. Fin ora ho pubblicato l'esordo dei Lava lava love di Verona e a febbraio uscirà il primo disco dei Kramers, una band pazzesca.Sono assolutamente a favore del free download che considero un modo veloce e agevole per capire se una canzone o un album incontrano i nostri gusti. Mi piace considerarlo tuttavia come una sorta di "antipasto" all'acquisto di un disco, possibilmente in vinile. ma mi rendo conto di esprimere una sorta di utopia.

Ci salutiamo e concludiamo con una domanda,forse anche troppo personale. Tuo figlio ha già in braccio una delle tue chitarre?

Al piccolo Pietrino ho comprato una piccola elettrica con cui fa dell'ottimo noise. Mi sembra però più interessato alla batteria, almeno per ora.

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