venerdì 24 maggio 2013

Nient' Altro Che Macerie, più un sacco di miserie. Un' intervista serissima.


I Nient'altro Che Macerie sono un trio di Milano. Un mese fa è uscito il loro secondo disco, "Al Vento", (leggi qui la nostra recensione e scarica qua gratuitamente il disco). Ci siamo fatti una bella chiacchierata di musica e di malaMilano.

-Iniziamo facendovi i dovuti complimenti per la crescita notevole che sin da subito si percepisce con il vostro nuovo lavoro, una crescita che va oltre gli stilemi che vi eravate imposti per il disco precedente e che vede una propensione più forte verso la melodia.

Ora, prima di iniziare a parlare della vostra musica vorrei chiedervi di raccontarmi il vostro rapporto con la vostra città Milano. Una città strana piena d'odio e rancore, ma che in certi momenti, tipo il concerto dei Prawn dell'anno scorso, organizzato nella vostra sala prove, sa diffondere un amore smisurato...

SIMO: Penso che Milano abbia tutte le potenzialità per essere una gran bella città ma esiste veramente poca gente che possa farla risultare tale. Ci sono molti posti che vale veramente la pena frequentare altri meno e altri da evitare completamente. Lo stesso discorso vale per la gente. "Animali con padroni"per i quali l'unico obbiettivo nella vita e' apparire, parlare, elargire tante parole "al vento". Alla fine nient'altro che macerie.

SCARDE: Condivido appieno la risposta di Simone.

TEO: Condivido anche io la risposta; in realtà non mi pongo neanche il problema di cosa potrebbe offrirmi in maggiore o in minor modo. È una grande città e come tutte le grandi città è carica di contraddizioni. Da Milano mi limito a prendere ciò che so per certo che mi può far star bene; altre cose non le cerco neanche.

-Quanta di questa tensione emotiva che "divide" gli "animali con padrone" da voi, "animali liberi" si può trovare nei vostri testi e nella vostra musica? Quanto Milano c'è nelle vostre canzoni, ritengo che il substrato sociale in cui si cresce sia molto importante per determinare il proprio immaginario musicale.

SIMO: Purtroppo non mi sento affatto un animale libero. Sarebbe bellissimo poter essere una persona libera da ogni forma di giudizio, capace di agire incondizionatamente. I testi del disco raccontano un po' quello che vivo tutti i giorni emotivamente, dal lavoro alla vita quotidiana, nella città in cui sono nato ma non sento mia, che mi da tantissimo e allo stesso tempo mi regala odio. Penso che l'immaginario musicale sia determinato dal cerchio ristretto delle persone con cui cresci, indipendentemente da dove ti trovi e dalle possibilità che hai.

SCARDE: Frequentando la stessa compagnia, ascoltando la stessa musica, frequentando gli stessi posti, si delinea un immaginario musicale molto simile. Quanta Milano c'è nelle nostre canzoni? Tanta. La maggior parte delle volte tendiamo ad assorbire tutto ciò che non ci piace. Anzi, che ci disgusta completamente.

-Bene, a questo punto mi sembra necessario chiedervi quali siano le vostre influenze, i vostri gruppi preferiti, perché, a parte qualche chiaro riferimento ai Massimo Volume, nel nuovo disco e' molto più difficile trovare riferimenti precisi. Chi ascoltate, cosa vi piace?

NCM: Ovviamente i gruppi che abbiamo ascoltato e ascoltiamo sono i gruppi che fanno la musica che facciamo . Ci piace molto mescolare il tutto comunque. Partiamo con una lista di gruppi a caso: Slowdive, Low, Fugazi, Mogwai, At the Drive In e Pavement poi Arab Strap, Modest Mouse , Tv on the Radio, Notwist, Offlaga Disco Pax, Fine Before You Came e la lista è ancora lunga. Ah si! Lo ammettiamo. ci piacciono i Radiohead.

-È il gioco "trova l'errore"? I riferimenti sono molteplici e dentro la vostra musica, nascosti sotto tonnellate di macerie si trovano tutti, ma mescolati con grande personalità. La stessa personalità che trovo durante i vostri live, sempre tirati e potenti. Suonate bene e avete un gran bel tiro e tutto questo, a parte una buona tecnica che mi pare scontata, deriva, a mia impressione, da quanto vi divertite suonando. Sbaglio o quando siete su un palco siete felici come una Pasqua? Quali sensazioni vi da il live?

SCARDE:  Innanzitutto grazie per il "suonate bene e avete un gran bel tiro". Comunque, è vero, sul palco si è felici. Le sensazioni che che mi da il live? Io non le capisco. Mi sembra sempre tutto molto caotico. Poi io ho un problema con il pre-concerto. Mi faccio divorare dall'ansia. Penso che se anche dovessi suonare nel salotto a casa di mia nonna sarebbe lo stesso. Sono talmente agitato che non capisco nulla. Ecco.

TEO: Ovviamente grazie per le parole troppo buone sul nostro conto. E veniamo alla domanda: purtroppo condivido quello che ha detto Scarde! Ma è bello anche così; significa che diamo un certo tipo di peso e importanza a quello che stiamo andando a fare. Ecco, io forse nel salotto a casa di sua nonna non sarei agitatato.

SIMO: E' una sensazione molto strana !!! A me piace molto, mi diverte tantissimo essere un po' agitato in ansia ecc. Si arriva sempre 4 orette prima del concerto per montare provare e quando arrivi al momento di suonare ,sei quasi stanco oppure ubriachello .

-Come nascono invece i pezzi? Arrivate con qualcosa di già pronto e ci lavorate, o vi mettete in cerchio e cercate l'ispirazione?

NCM:  La struttura è questa: Riff, suonare a caso, tristezza, batteria, basso, Simo ci mette il testo e il pezzo incomincia a prendere forma. Diciamolo, la composizione è abbastanza libera. Anzi, la maggior parte delle volte che "Oh faccio un pezzo lento" esce sempre il contrario. Concludendo, non esiste una struttura stabile per ogni pezzo.

-Quindi è tutto libero, ci sono dei canoni precisi, batteria, basso, riff e la tristezza...
Ok, faccio la domanda emo; com'è avere la vostra età oggi, in Italia, subite il senso di frustrazione della vostra generazione o avete altre visioni o prospettive della nostra nazione?

SCARDE: Avere 25anni a Milano e viverli senza pensare a nulla penso che sia anche piacevole. Dai, stai in giro, bevi, ti diverti. Ecco, adesso sono a casa e devo immaginarmi un futuro. Ho comprato un fucile a pompa bellissimo.

TEO: La frustrazione la subisci (al di là del discorso generazionale) dal momento in cui ti guardi intorno, dal momento in cui ti fermi a pensare sulle cose e non ti limiti a subirle. La frustrazione, a mio avviso, è quasi un privilegio: a livello mentale e pratico ti fa nuotare controcorrente mentre la maggioranza si lascia trasportare, ti fa avere energie e speranze nei confronti di situazioni che per altri sono totalmente senza speranza (o importanza). Avere vent'anni ovunque è una merda.

Il panorama non è consolate ma si prova a stare a galla. Se vi posso consolare sappiate che fa schifo ovunque pure a 37 anni, a meno che tu non sia un ex calciatore milionario. Allora forse e' diverso perchè si è più consapevoli e alla fine riesci a goderti le poche cose belle che alla vostra età è difficile intravedere. 
Come vi vedete voi tra 10/15 anni? Come immaginate voi è la vostra vita?

SCARDE: Io qua divento banale tipo mia nonna. Una donna, 2 bambini e la casetta in campagna. Ah, un lavoro che non stressa troppo. Sai quei lavori che non guadagni molto ma che ti permettano di vivere il tempo libero. Ecco.

SIMO: Spero di riuscire ad arrivarci. Magari anche felice.

TEO: La speranza é il quadretto di Scarde (senza i due bambini). Come mi vedo non so; non mi vedo. Sono potenzialità allo stato puro. Sono un supereroe.

-Grazie per la chiacchierata, siete belli, un'ultima domanda: Cosa avete in mente per il futuro, musicalmente parlando, ok, il disco è appena uscito, ma avete già qualcosa in mente? 

NCM: In realtà non abbiamo un programma ricco d'impegni. A breve registreremo una cover dei Fluxus, ottima banda rocche and rolle. Si spera in qualche data e di riuscire a suonare sempre più in giro.

Ed ora tutti in silenzio.



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