Carlo Barbagallo. Blue Record. Un lungo viaggio iniziato dalla Sicilia, una meta sicuramente raggiunta a suon di folk-blues, ma non solo. Cicatrici del passato che ora acquistano un sapore diverso, o forse è solo la luce della maturità che lascia intravedere, al nostro ormai completo artista, il barlume della speranza. Perché in fondo la vita, se ti fermi a pensarci bene, è solo una merda. Ma con un sottofondo cosi, ci può stare.
“Barbagallo, che non ha mai smesso di correre senza meta, si ferma e guarda indietro.”
Hai frequentato il corso per Tecnico del suono e di registrazione presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, collabori con il Blue Record Studio e frequenti la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Torino. Ti sei davvero fermato?
No, non credo. Le parole della presentazione al disco sono state scritte da un grande amico (http://demarion.bandcamp.com/), chitarrista dei Suzanne’Silver (http://suzannesilver.bandcamp.com/), che probabilmente ha avvertito dei riferimenti alla musica con cui siamo cresciuti più che una vicinanza ai miei ultimi esperimenti elettroacustici (in corso di documentazione su The Noja RecordingsArchives - http://nojarecordings.tumblr.com/) che a Blue Record sono contemporanei.
- Quando guardi indietro cambieresti qualcosa o credi di aver fatto tutto bene, visto il tuo punto d’arrivo?
In questi mesi sto lavorando ad un pezzo sul tema
dell’approdo (insieme ad altri sei giovani compositori selezionati dal PremioPhonologia
del Centro Culturale San Fedele di Milano eseguiremo un concerto con
l’acousmonium del San Fedele il 17 Giugno).
Nei mesi, riflettendo sul tema, credo di esser sempre più convinto che per me
sia ben più importante documentare ogni istante del percorso più che domandarmi
da dove parto o dove voglio arrivare.
-Viste le tue “qualifiche” ti definisci più un tecnico o un
musicista? Credi che a volte essere più l’uno o più l’altro ti penalizzi?
Fondamentalmente non credo di essere nessuno dei due. Nel
tempo cerco di assimilare nuove conoscenze ma per il resto faccio lo stesso che
facevo quando ero bambino: gioco.
-La presentazione di De Marion del tuo ultimo lavoro Blue Record, ci
lascia con la “perla”finale : …e la vita che è una vera merda.
La tua, a leggere il tuo curriculum sembra essere la presa di coscienza del motto “volere è potere”. Condividi comunque il pensiero di De Marion?
La tua, a leggere il tuo curriculum sembra essere la presa di coscienza del motto “volere è potere”. Condividi comunque il pensiero di De Marion?
Certo, condivido: la soglia del “volere” si rinnova continuamente quindi la vita non
può che essere una merda!
-Sempre attivo in varie collaborazioni (Suzanne’Silver, Albanopower,
LaMoncada) non mancano certo qui alcune
partecipazioni (Dead Cat in a Bag, Io Monade Stanca e LesDix-HuitSecondes). Affinità
elettive o cosa?
Affinità certamente, ma anche causalità voglia di fare e
divertimento.
-Molti album in circolazione hanno avuto una fonte d’ispirazione. Non voglio chiederti autori, musicisti o registi a cui fai riferimento o che ti piacciano particolarmente, ma c’è qualcosa che hai visto o sentito che ti ha dato il la per l’incisione di Blue Record?
-Molti album in circolazione hanno avuto una fonte d’ispirazione. Non voglio chiederti autori, musicisti o registi a cui fai riferimento o che ti piacciano particolarmente, ma c’è qualcosa che hai visto o sentito che ti ha dato il la per l’incisione di Blue Record?
Blue Record è nato dalla frequentazione quotidiana del Blue
Record Studio di Mondovì nel 2011. Il la è stato sicuramente dato dalla voglia
di sperimentare in libertà con la fantastica strumentazione vintage presente in
quel luogo e dalla stupefacente esaltazione nel fare che ho condiviso con le
persone che ho conosciuto lì.
-E ora che siamo alla fine, puoi dire qualsiasi
cosa, da quello che volevi ti venisse chiesto a tutto ciò che hai dimenticato
di dire.
Che ne pensate di Blue Record?
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