I Verily So (qui la recensione) vengono da Cecina in Toscana e sono stati, per il sottoscritto come per altri, una delle più grandi rivelazioni degli ultimi tempi. Un trio alt-folk dal forte sapore esterofilo che è uscito con un disco senza titolo veramente perfetto e suggestivo. Non potevo esimermi dallo scambiare due chiacchiere anche con loro...
-Parliamo un pò della genesi del progetto. Come nasce e da quali esigenze ?
-Ora potete pure parlare dei vostri progetti per il futuro.
VS:Suonare in giro, farci conoscere, registrare il nuovo album che stiamo scrivendo. Più rumoroso.
SIMO:Siamo nati dall'esigenza di suonare in modo semplice. L'incontro con Marialaura è stato la spinta decisiva, dalla prima volta che abbiamo cantato insieme c'era qualcosa di magico al quale non eravamo abituati. Da quando è arrivato Luca le cose si sono fatte serie, siamo diventati un power folk trio!
-Il nome "Verily So" (In verità è così) immagino stia a descrivere
l'estetica del vostro progetto, come la semplicità e onestà degli ideali fatti
musica. In che rapporti siete voi membri ? Come nascono le canzoni dei Verily
So?
SIMO: Siamo molto amici. Io e Luca siamo più navigati, veniamo entrambi dall' hardcore, per Mari è la prima vera esperienza in una band.
Di solito chi scrive una canzone poi la canta, anche se le nuove composizioni le stiamo scrivendo insieme. Viene tutto naturale, non ci diamo limiti di stile.
-Come mai la scelta della lingua inglese? Pensate sia più semplice scrivere
e cantare in inglese piuttosto che in italiano?
VS:Abbiamo sempre ascoltato musica anglofona, non ci siamo mai posti il problema di cantare in italiano. L'inglese ci diverte di più. Alla radio, sull'ipod, la musica cantata in italiano ti chiede subito attenzione. Molte volte questa attenzione concessa non è ripagata. Allora meglio scrivere una canzone onesta, che possa rimanere dentro anche senza capirla da subito, come succedeva quando eravamo più piccoli e ci ascoltavamo le cassette a ripetizione con i testi davanti!
-Il vostro folk suscita sensazioni e riferimenti di gran lunga
internazionali. Avete mai provato a inserirvi in un contesto più ampio come può
essere quello estero?
VS:Ancora no, è già difficile uscire dalla provincia.
-Che ne pensate della musica italiana, indipendente e non ? C'è qualche
artista o band che stimate o apprezzate al di sopra degli altri?
SIMO:Io credo che in Italia la scena non esista, che manchi l'obiettivo finale. I club sono pochi, le booking e le label serie lo stesso, il più delle volte è una lotta tra poveri per accaparrarsi 5 minuti di gloria. Ci piacciono quelli che non si sentono arrivati e con cui puoi parlare personalmente alla fine del concerto. La gavetta è bella, ti fa conoscere gente bella, ti fa stare coi piedi per terra. Per attitudine siamo senz'altro una band più hardcore che indie. Di gruppi validi ce ne sono tanti, come di cani.
-Su internet si trovano due bellissimi videoclip tratti dal vostro ultimo
album. E' stata difficile la scelta dei brani per i video ? Avete partecipato
alla regia o vi siete affidati totalmente ai professionisti del settore ?
SIMO: Ti ringrazio! Li ho fatti entrambi io. I professionisti del settore chiedono troppi soldi per un video che non avrà mai un ritorno economico.
La scelta dei pezzi è stata facile, abbiamo preso le migliori canzoni prima dell'uscita dell'album!
-Il nome "Verily So" (In verità è così) immagino stia a descrivere
l'estetica del vostro progetto, come la semplicità e onestà degli ideali fatti
musica. In che rapporti siete voi membri ? Come nascono le canzoni dei Verily
So?
SIMO: Siamo molto amici. Io e Luca siamo più navigati, veniamo entrambi dall' hardcore, per Mari è la prima vera esperienza in una band.
Di solito chi scrive una canzone poi la canta, anche se le nuove composizioni le stiamo scrivendo insieme. Viene tutto naturale, non ci diamo limiti di stile.
-Come mai la scelta della lingua inglese? Pensate sia più semplice scrivere
e cantare in inglese piuttosto che in italiano?
VS:Abbiamo sempre ascoltato musica anglofona, non ci siamo mai posti il problema di cantare in italiano. L'inglese ci diverte di più. Alla radio, sull'ipod, la musica cantata in italiano ti chiede subito attenzione. Molte volte questa attenzione concessa non è ripagata. Allora meglio scrivere una canzone onesta, che possa rimanere dentro anche senza capirla da subito, come succedeva quando eravamo più piccoli e ci ascoltavamo le cassette a ripetizione con i testi davanti!
-Il vostro folk suscita sensazioni e riferimenti di gran lunga
internazionali. Avete mai provato a inserirvi in un contesto più ampio come può
essere quello estero?
VS:Ancora no, è già difficile uscire dalla provincia.
-Che ne pensate della musica italiana, indipendente e non ? C'è qualche
artista o band che stimate o apprezzate al di sopra degli altri?
SIMO:Io credo che in Italia la scena non esista, che manchi l'obiettivo finale. I club sono pochi, le booking e le label serie lo stesso, il più delle volte è una lotta tra poveri per accaparrarsi 5 minuti di gloria. Ci piacciono quelli che non si sentono arrivati e con cui puoi parlare personalmente alla fine del concerto. La gavetta è bella, ti fa conoscere gente bella, ti fa stare coi piedi per terra. Per attitudine siamo senz'altro una band più hardcore che indie. Di gruppi validi ce ne sono tanti, come di cani.
-Su internet si trovano due bellissimi videoclip tratti dal vostro ultimo
album. E' stata difficile la scelta dei brani per i video ? Avete partecipato
alla regia o vi siete affidati totalmente ai professionisti del settore ?
SIMO: Ti ringrazio! Li ho fatti entrambi io. I professionisti del settore chiedono troppi soldi per un video che non avrà mai un ritorno economico.
La scelta dei pezzi è stata facile, abbiamo preso le migliori canzoni prima dell'uscita dell'album!
-Parliamo un pò di musica in generale. Quali sono i vostri ascolti del
momento? Consigliateci qualche band un pò meno conosciuta e sottovalutata se ne
conoscete
VS:Ascoltiamo di tutto, da Nick Drake a Burzum. Gli album solisti di J Mascis e Thurston Moore sono bellissimi. I Fleet Foxes, i Low, gli Arcade Fire, gli Swell Season, i Black Angels, i Black Mountains, gli eterni Jesus & Mary Chain, Damien Rice e Lisa Hannigan, Iron & Wine prima degli acidi, i Blonde Redhead pre 4AD… Di italiano abbiamo visto di recente i Death of Anna Karina, veramente bravi! Poi i Massimo Volume, l'eterno Fiumani, i Perturbazione e i nostri amici Seed'n'Feed, Maraiton, Elara, Mr. Bison!
-Come è di solito la riposta del pubblico ai vostri concerti? Come si
svolgono i vostri set, avete dei rituali tipici ?
SIMO:Iniziamo con "Will you marry me" e finiamo con "Summer 89". Nel mezzo diamo tutto. Io suono la chitarra acustica elettrificata attaccata al distorsore, Mari suona la batteria in piedi e Luca suona il basso acustico passato da un ampli rumoroso. Facciamo anche un pò di cover riarrangiate, da Idioteque a Trooper of the beast (omaggio agli Iron Maiden) a No One Knows dei QOTSA. La risposta è sempre stata buona, la gente si diverte. Ci piacerebbe fare un pò di palco, abbiamo spesso suonato in situazioni non troppo stimolanti.
-Vi è mai capitato, sopratutto facendo un genere che ha bisogno di una certa
atmosfera come il vostro, di trovarvi in ambienti non proprio adatti a voi con
un pubblico poco interessato alla vostra musica e che disturbasse l'esecuzione
dei brani? Chiedo questo perchè in moltissime occasioni mi sono imbattuto in
artisti dai toni più tranquilli cacciati quasi a forza dal palco dagli
schiamazzi e menefreghismo di un pubblico più interessato ai mojito che al
povero cristo con la chitarra acustica sul palco.
SIMO: Esattamente come dicevo sopra. In Italia manca un pò il piccolo club. O ci sono posti per concerti medio alti, oppure ristoranti, pizzerie, pubs. Siamo piuttosto dinamici quando suoniamo e nei pezzi più acustici, in questi posti, c'è casino. Ecco perché vogliamo fare il palco. Abbiamo suonato per più di un anno in queste condizioni, è frustrante.
-A questo punto dovrei chiedervi cosa vi aspetta in futuro. Invece non ve
lo chiedo. Piuttosto come ultima cosa parlateci della cover di Idioteque (che
tra parentesi è il mio brano preferito dei Radiohead) L'ho trovata davvero una
grande rivisitazione del brano. Una cover degna di tale termine quando spesso
per cover si intende l' esecuzione di un brano nel modo più simile possibile
all'originale.
SIMO: Per dovere di cronaca, è una cover della cover che hanno fatto i Calico Horse del pezzo dei Radiohead. Prima di scrivere i nostri pezzi suonavamo molte cover riarrangiate in questa chiave, due voci e chitarra, dei pezzi più disparati, da hit disco anni 90 fino a pezzi heavy metal. E' divertente! Idioteque è diventato un momento fisso nei live. Arriviamo quasi al silenzio, a sussurrare le parole, è un bel momento di tensione.
momento? Consigliateci qualche band un pò meno conosciuta e sottovalutata se ne
conoscete
VS:Ascoltiamo di tutto, da Nick Drake a Burzum. Gli album solisti di J Mascis e Thurston Moore sono bellissimi. I Fleet Foxes, i Low, gli Arcade Fire, gli Swell Season, i Black Angels, i Black Mountains, gli eterni Jesus & Mary Chain, Damien Rice e Lisa Hannigan, Iron & Wine prima degli acidi, i Blonde Redhead pre 4AD… Di italiano abbiamo visto di recente i Death of Anna Karina, veramente bravi! Poi i Massimo Volume, l'eterno Fiumani, i Perturbazione e i nostri amici Seed'n'Feed, Maraiton, Elara, Mr. Bison!
-Come è di solito la riposta del pubblico ai vostri concerti? Come si
svolgono i vostri set, avete dei rituali tipici ?
SIMO:Iniziamo con "Will you marry me" e finiamo con "Summer 89". Nel mezzo diamo tutto. Io suono la chitarra acustica elettrificata attaccata al distorsore, Mari suona la batteria in piedi e Luca suona il basso acustico passato da un ampli rumoroso. Facciamo anche un pò di cover riarrangiate, da Idioteque a Trooper of the beast (omaggio agli Iron Maiden) a No One Knows dei QOTSA. La risposta è sempre stata buona, la gente si diverte. Ci piacerebbe fare un pò di palco, abbiamo spesso suonato in situazioni non troppo stimolanti.
-Vi è mai capitato, sopratutto facendo un genere che ha bisogno di una certa
atmosfera come il vostro, di trovarvi in ambienti non proprio adatti a voi con
un pubblico poco interessato alla vostra musica e che disturbasse l'esecuzione
dei brani? Chiedo questo perchè in moltissime occasioni mi sono imbattuto in
artisti dai toni più tranquilli cacciati quasi a forza dal palco dagli
schiamazzi e menefreghismo di un pubblico più interessato ai mojito che al
povero cristo con la chitarra acustica sul palco.
SIMO: Esattamente come dicevo sopra. In Italia manca un pò il piccolo club. O ci sono posti per concerti medio alti, oppure ristoranti, pizzerie, pubs. Siamo piuttosto dinamici quando suoniamo e nei pezzi più acustici, in questi posti, c'è casino. Ecco perché vogliamo fare il palco. Abbiamo suonato per più di un anno in queste condizioni, è frustrante.
-A questo punto dovrei chiedervi cosa vi aspetta in futuro. Invece non ve
lo chiedo. Piuttosto come ultima cosa parlateci della cover di Idioteque (che
tra parentesi è il mio brano preferito dei Radiohead) L'ho trovata davvero una
grande rivisitazione del brano. Una cover degna di tale termine quando spesso
per cover si intende l' esecuzione di un brano nel modo più simile possibile
all'originale.
SIMO: Per dovere di cronaca, è una cover della cover che hanno fatto i Calico Horse del pezzo dei Radiohead. Prima di scrivere i nostri pezzi suonavamo molte cover riarrangiate in questa chiave, due voci e chitarra, dei pezzi più disparati, da hit disco anni 90 fino a pezzi heavy metal. E' divertente! Idioteque è diventato un momento fisso nei live. Arriviamo quasi al silenzio, a sussurrare le parole, è un bel momento di tensione.
-Ora potete pure parlare dei vostri progetti per il futuro.
VS:Suonare in giro, farci conoscere, registrare il nuovo album che stiamo scrivendo. Più rumoroso.
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