Incontro i
La Macchina di Von
Neumann (Davide e Francesco alle chitarre, Stefano al basso e Samuel alla
batteria) dopo il loro concerto al Circolo Agorà di Cusano Milanino, e fra tizi
sospetti seduti in automobile, citazioni di Francesco Burdin, parole ardite ed
acerrimi nemici è uscito fuori quanto segue. Poi non fate le persone brutte e
se non li conoscete andateveli ad ascoltare, eccheccazzo.
Quando e come si è formata la band?
D: Ci siamo formati nel 2014,
inizialmente eravamo io e Francesco ed abbiamo cominciato in due a scrivere i
primi pezzi, poi da agosto abbiamo iniziato a provare con la formazione al
completo ed a limare le idee che erano uscite in precedenza. A dicembre abbiamo
fatto uscire il nostro primo ep ed il 17 gennaio 2015 abbiamo esordito live all’Amigdala Theatre di Trezzo
Sull’Adda. A dicembre 2015 abbiamo fatto uscire Buona Musica, il nostro nuovo
ep, ed al momento non abbiamo intenzione di farne uscire altri per concentrarci
sull’uscita di un album…cercando di fare qualcosa che non rompa le palle alla
gente per 40 minuti, cosa non facile quando fai musica strumentale!
Conosco una band di Roma chiamata Vonneumann, vista la similitudine mi
vien da chiedervi: cos’ha di così particolare Von Neumann per essere diventato
così citato dalle band strumentali del paese?
F: Io e Samuel abbiamo studiato
informatica, ed anche Davide a grandi linee si occupa di quello: all’università
la macchina di Von Neumann era una cosa che si finiva per studiare spesso,
visto che è la base del calcolatore moderno. Stavamo valutando un po’ di nomi,
io ho sparato La Macchina Di Von Neumann ed ha fatto presa…anche se non subito.
St: C’era un altro forte
candidato prima, The Utopia Experiment.
F: Ci infastidiva un po’ il fatto
che fosse un nome inglese, e volevamo rimanere si qualcosa nella nostra lingua.
Alla fine ci siamo anche un po’ stancati di pensarci ed è rimasto La Macchina
Di Von Neumann.
Sa: Von Neumann comunque è un
personaggio importante, ha lo swag!
D: E’ uno che, tanto per dire, ha
collaborato al progetto per la creazione della bomba atomica.
St: Infatti qualcuno ci ha detto
“vi chiamate Von Neumann, siete cattivi allora!”
Su facebook definite il vostro genere “musica strumentale per punk di
lusso”: come vi è saltata in mente questa definizione?
D: Prima di quello in realtà
eravamo “musica strumentale per casalinghe annoiate”, una di quelle cazzate
nate parlando di niente e che alla fine ti rimangono in testa.
Sa: Con influenze e genere
musicale “Heater Parisi”.
D: Heater Parisi che ringraziamo
sul nostro bandcamp tra l’altro. La nuova denominazione è nata quando abbiamo
cominciato a provare un brano ancora senza nome, che facciamo anche live, e
visto che una volta in sala prove l’abbiamo fatto alla Blink 182 è nata questa
cosa dei punk di lusso.
St: Ci scherziamo sopra perché
alla fine siamo gente tranquilla, vediamo in giro gente che è veramente
hardcore mentre noi siamo dei borghesi…a parte Francesco, che stasera si è
aperto un dito mentre suonava ed ha insanguinato la chitarra quindi è molto
punk!
Mi incuriosiva molto la decisione in un pezzo del primo ep, Breda, di
svoltare all’improvviso verso il jazz. E’ una cosa nata improvvisando in sala
prove?
F: E’ una cosa nata da me, visto
che il pezzo era un po’ corto e volevamo allungarlo in qualche maniera ho
provato a proporre la svolta jazz! Abbiamo provato, ci piaceva ed a quel punto
abbiamo pensato che potesse starci anche
un sax. Un nostro compagno di università, Jacopo, lo suonava e così lo abbiamo
chiamato, e lui ha veramente improvvisato visto che ha fatto giusto quattro
take e l’ha registrato sul disco.
D: Ci ha anche aiutato perché
l’ultima parte del pezzo l’ha scritta lui! Era anche il primo periodo in cui
suonavamo assieme e ci siamo fatti influenzare da un gruppo di nostri amici, i
Carlito’s Porno Trio, che fanno tutte questi cambi di genere matti: l’idea ci
piaceva, così abbiamo deciso di farlo anche noi ed abbiamo visto che ci stava
bene.
Avete anche fatto un ep comprendente due remix di un vostro brano, Tale
Edro Shin Tone, come vi è venuta questa idea?
D: E’ stato un esperimento. A
parte l’intro, in cui c’è Von Neumann che parla preso da un’intervista su
youtube di 43 minuti che è la nostra
grande fonte d’ispirazione, il resto è il tentativo di vedere come sarebbero i
nostri pezzi se facessimo gli Aphex Twin della situazione.
F: E’ un po’ ardita come
dichiarazione!
St: L’idea era anche quella di
far uscire qualcosa per tenere alta l’attenzione, visto che non facevamo niente
di nuovo da un po’.
D: Un remix l’ho fatto io,
dell’altro si è occupato Enrico Alamia, un mio ex compagno di studi che fa
drum’n’bass ed abbiamo coinvolto proprio perché faceva cose differenti dalle
nostre.
In Segmentation Fault sento qualche eco dei Russian Circles: quali sono
le vostre principali influenze?
D: Li conosciamo poco in realtà.
F: Per quel pezzo, in cui ho dato
una mano in fase di scrittura, mi sono ispirato in parte ai Maybeshewill ed in
parte, per il ritmo della batteria in un certo punto, ai Fine Before You Came…e
per quest’ultima cosa Samuel mi insulta, sostiene che si senta che è una parte
di batteria non scritta da un batterista! Dire delle influenze precise è
comunque difficile, perché il progetto è nato proprio attorno al fatto che
ascoltavamo tutti cose diverse.
D: Io e Francesco ascoltiamo più
post rock, ma non ci piace limitarci a quello. Facciamo musica strumentale
perché è ciò che ci lascia più liberi di sperimentare e di suonare quello che
riusciamo ad inventare…e nel caso non ci riusciamo ci mettiamo sotto ed
impariamo!
St: Quello che ascoltiamo non è
fondamentale in quello che facciamo, ma può essere funzionale al progetto.
F: Io ho visto poi la presenza
del cantante sempre come un vincolo.
D: Il nucleo iniziale dei brani
l’ho scritto io, poi li abbiamo rivisti tutti insieme in sala prove
trasformandoli in una cosa nostra, ma da chitarrista non riuscivo ad immaginare
una voce sui pezzi che avevo scritto.
Sa: Non volevamo limitarci ad una
struttura dei brani con strofa, ritornello, bridge, cosa che con un cantato
diventa quasi automatica, mentre in questa maniera riusciamo ad esprimerci
meglio.
D: Non trovavamo in quel periodo
oltretutto nessuno che ci interessasse a
livello vocale nella nostra zona, e piuttosto che prendere una voce solo per
fare numero abbiamo preferito continuare con la composizione attuale.
St: Ci sono molte band
strumentali fra l’altro nella nostra zona, forse è dovuto alla penuria di
cantanti bravi!
Ho visto che non avete un etichetta, è una scelta che volete portare
avanti quella di autoprodurvi in libertà
o qualcosa cambierà in futuro?
D: In questo momento non sentiamo
l'urgenza di lavorare con un produttore, anche se sicuramente potrebbe aiutarci
a sbrogliare alcuni punti sui quali capita di trovarci in difficoltà quando
scriviamo i pezzi. Senz'altro ci penseremo per il futuro, ma per ora preferiamo
mantenere la nostra autonomia, anche perché la scelta del produttore non può
essere fatta a cuor leggero.
F: Trovare un’etichetta non è tra
le nostre priorità, stiamo più che altro cercando un’agenzia di booking visto
che nell’ultimo anno abbiamo suonato meno di quanto vorremmo. Purtroppo non è
facile trovarne una.
St: Come registrazione siamo
abbastanza autonomi, visto che se ne occupa Davide.
St: Non siamo gente che intasa le
mail dei locali chiedendo di farci suonare, siamo poco attivi da questo punto
di vista, ed è il motivo principale per cui cerchiamo qualcuno che lo faccia
per noi.
D: Abbiamo conosciuto Simone
Castello di Costello’s a marzo al Pending Lips festival e quello che facciamo
gli è piaciuto, ci sta trovando qualche data in giro come quella di stasera
all’Agorà od al Tambourine di Seregno e la cosa non può che farci piacere.
So che avete collaborato anche con qualche realtà della vostra zona
come Concertini Di Musica Brutta e Cosmea Music.
D: Con Concertini abbiamo avuto
un ottimo rapporto, sia noi che molte band della nostra zona, anche se per
motivi vari la cosa non è proseguita. Siamo riusciti a fare molte date e ad
avere alcune interviste, soprattutto nel 2015.
F: Cosmea Music invece è un
progetto che è nato dai Fractal Reverb, un’altra band della nostra zona, e
consiste in pratica in una pagina su Facebook con cui si cerca di condividere
date fra vari gruppi. Sono uscite un paio di date grazie a loro, una con gli
stessi Fractal Reverb alla Casa Occupata Gorizia di Milano ed un’altra al Joe
Koala nel bergamasco con i While Sune Ends, altra band che è iscritta al gruppo
e che ci ha chiesto di aprire al loro release party.
Ho visto che avete suonato con alcune band molto interessanti come
Valerian Swing o Lago Vostok: ce n’è qualcuna in particolare fra queste o fra
quelle che gravitano nella vostra zona che vi ha colpito particolarmente?
D: Il primo gruppo che mi viene
in mente sono i Fitzcataldo, che hanno appena fatto uscire un ep e stanno per
partire in tour in tutta Italia, sono della nostra zona ed abbiamo con loro un
buonissimo rapporto. Un’altra band sono i Brain Distillers Corporation, che si
definiscono southern rock ed in cui suona Frank, ovvero colui che ci ha aiutato
nelle registrazioni della batteria dell’ultimo ep e batterista anche dei
Carlito’s Porno Trio, altra band meritevole.
St: Anche L’era Del Bantha, i
Maledetta Dopamina…sono tutte band della nostra zona con cui capita di suonare
e con cui ci troviamo bene anche a livello umano. Poi ci sono anche i La
Sindrome Della Morte Improvvisa, i nostri acerrimi nemici!
Ultima domanda: l’avete poi scoperto il segreto della stracchinata
avvolgente? (Per informazioni ascoltare l’incipit della seconda traccia di
Buona Musica, “Ecco appunto”)
D: Evidentemente no visto che
stiamo cercando un’agenzia di booking!
Sa: Diciamo che il succo del
raviolone della stracchinata avvolgente è il magna magna, quando c’è qualche
band che arriva da qualche parte non per meriti propri.
D: Che poi qualche parte non si
intende San Siro, ma tipo dei circoli Arci normalissimi. Band che per qualche
motivo aprono a qualcuno di famoso, hanno un’etichetta che li segue, un booking
dietro, eppure non hanno assolutamente niente che ti rimanga impresso. Poi
scopri che ci sono tutti agganci e scambi di favori dietro, che sarebbero
validi nel momento in cui proponi almeno qualcosa di meritevole ma purtroppo la
qualità non è più un discrimine da questo punto di vista.
Sa: Per fortuna noi su questa
cosa ci scherziamo sopra e non ce la prendiamo comunque, è inutile farsi il
sangue cattivo per così poco.
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